Ddl Zan, il 7 aprile commissione in Senato. I vip si schierano con la legge anti omofobia

Da Fedez a Elodie, diversi gli artisti che in questi giorni hanno criticato la Lega per la sua opposizione al disegno di legge

Una manifestazione contro l'omofobia

Una manifestazione contro l'omofobia

Roma - Il tormentato iter del ddl Zan contro la transomofobia vede proseguirà con una tappa il 7 aprile. Mercoledì prossimo, infatti, alle 14 si riunirà l'ufficio di presidenza della commissione Giustizia del Senato. A chiederne la convocazione urgente erano stati i parlamentari di Pd, Movimento 5 stelle, Italia viva, gruppo Misto e quello delle Autonomie per chiedere che venga calendarizzato il disegno di legge sull'omofobia. Non è escluso che in quell'occasione finalmente se ne parlerà. Il testo, che prende il nome dal primo firmatario Alessandro Zan (Pd), infatti è stato approvato alla Camera a novembre del 2020 con 265 sì e 193 no, ora dovrebbe essere discusso e poi votato al Senato ma qui si è incagliato. E' stato assegnato alla commissione Giustizia, presieduta dal leghista Andrea Ostellari, ma mai incardinato. 

A fare ostruzionismo persino verso la sola calendarizzazione del testo, sono alcune delle stesse forze della maggioranza di Governo, Lega e Forza Italia (seppure con dei distinguo all'interno del partito): i due alleati sono contrari alla legge e si sono finora opposti a farne ripartire l'iter in quanto tema considerato "divisivo". E' di oggi, 2 aprile, poi l'appello della leader di FdI, Giorgia Meloni, al premier Mario Draghi affinché il Parlamento "si occupi di problemi urgenti" e non della legge contro l'omofobia.   

L'appello di Meloni

"Rivolgo un appello al presidente del Consiglio Mario Draghi affinché il Parlamento discuta dei problemi reali degli italiani piuttosto che occuparsi di questioni divisive come il ddl Zan che, tra le altre cose, vorrebbe introdurre l'ideologia gender nelle scuole elementari". Lo dichiara il presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni.  "Più urgente e più sensato - continua - sarebbe che le istituzioni facessero altro, come votare il testo definitivo del Recovery plan, che invece la maggioranza vorrebbe presentare all'Europa senza il vaglio delle Camere. Questa sarebbe una scelta di buonsenso fatta nell'interesse dell'Italia e non dei partiti della sinistra che sostengono l'esecutivo". 

I vip si schierano con il ddl

In questi giorni, mentre il battage politico si fa rovente, sono scesi in campo anche alcuni artisti. Ieri era stato Fedez, cantante e influencer marito di Chiara Ferragni, a postare alcune stories su Instagram in cui fa un accorato appello affinché la discussione, attaccando direttamente il senatore della Lega Simone Pillon, leader dei Family Day, strenuo oppositore del ddl Zan. "Oggi il senatore Pillon ci stupisce con una nuova esilarante dichiarazione dicendo che il ddl Zan non è una priorità. Lei ha basato la sua intera carriera politica trattando solo ed esclusivamente questi temi, e oggi si toglie dal dibattito così?". "Il senatore Pillon nelle scorse settimane ha osteggiato l'approvazione di questa legge - ha aggiunto il rapper - dando la motivazione che questa legge non va bene perché darebbe il via libera all'utero in affitto. Il tema é che nel ddl Zan non si parla di uteri in affitto". E ancora, parlando del figlio Leone: "Le dico una cosa da padre signor Pillon, io ho un figlio di tre anni che gioca con le bambole, e questa cosa non desta alcun tipo di turbamento in me. E non desterebbe turbamento in me nemmeno se un giorno dovesse sentire l'esigenza di truccarsi e mettersi il rossetto, uno smalto o una gonna. Ha il diritto di esprimersi come meglio crede mio figlio. La cosa che mi destabilizzerebbe un po' è sapere che vive in uno Stato che non tutela il suo sacrosanto diritto di esprimersi in piena libertà, cercando di arginare le dinamiche discriminatorie e violente che molto spesso si verificano in questo Paese. Questo per me è una priorita".

Dopo di lui, sono scesi in campo anche Elodie e Mahmood. "È di fondamentale importanza approvare la legge Zan. Ho sempre pensato che episodi di discriminazione basati sul sesso, sull'identità di genere e sull'orientamento sessuale debbano essere condannati", ha scritto il cantante nelle sue stories su Instagram. "Mi è capitato più volte di assistere impotente a scene di questo tipo, soprattutto durante la mia adolescenza. A volte, forse per paura o debolezza, mi sono trovato inerme davanti a situazioni che per me erano e sono una violenza. Violenza che uccide la libertà di ciascuno di essere se stesso. Ora ho 28 anni e sento di avere, come tutti, la responsabilità di sostenere questo disegno di legge''. 

La cantante reduce dal successo di Sanremo invece ha scritto: "Siete indegni, non dovreste essere in Parlamento".  E ancora: "Questa gente è omotransfobica".