Crisi Governo Draghi, la lettera dei sindaci: "Vai avanti, serve stabilità"

Pnrr, Riforme, rilancio economico lotta alla pandemia. Le ragioni dei firmatari e tra loro due sindaci lombardi di primo piano

E' crisi di governo e gli enti locali vanno in pressing su Mario Draghi perché resti al suo posto: il Paese "ha bisogno di stabilità", si legge in una lettera aperta firmata dai sindaci delle più importanti città italiane. Da Milano a Roma, da Genova a Torino, da Firenze a Venezia, arriva un appello bipartisan varato da undici primi cittadini, compresi i presidenti di Anci, Upi e Ali, che puntano il dito anche contro gli "irresponsabili" che hanno creato questa situazione. Appello che continua ad accogliere adesioni. In serata, il numero dei firmatari ha superato i mille e il dato è in aumento: le appartenenze politiche sono diverse e si stanno aggiungendo anche Comuni medi e piccoli. "La lettera dei sindaci - commenta il sindaco di Firenze Dario Nardella, capofila dell'iniziativa - incarna il sentimento del Paese reale. Da nord a sud, dal centrosinistra al centrodestra, i primi cittadini si rivolgono non solo alle forze politiche ma direttamente a Draghi con cui abbiamo costruito un rapporto forte di stima e collaborazione reciproca che è cresciuto in questo ultimo anno. La lista delle firme è sempre aperta e ci auguriamo che continui a crescere anche nelle prossime ore e nei prossimi giorni fino a raggiungere l'obiettivo di un ripensamento del Premier per il bene del nostro Paese e delle nostre città". 

La lettera

"Le nostre città, chiamate dopo la pandemia e con la guerra in corso ad uno sforzo inedito per il rilancio economico, la realizzazione delle opere pubbliche indispensabili e la gestione dell’emergenza sociale, non possono permettersi oggi una crisi che significa immobilismo e divisione laddove ora servono azione, credibilità, serietà", scrivono i sindaci. E sottolineano: "Il Presidente Mario Draghi ha rappresentato fino ad ora in modo autorevole il nostro Paese nel consesso internazionale e ancora una volta ha dimostrato dignità e statura, politica e istituzionale. Draghi ha scelto con coraggio e rigore di non accontentarsi della fiducia numerica ottenuta in aula ma di esigere la sincera e leale fiducia politica di tutti i partiti che lo hanno sostenuto dall’inizio". Poi, proseguono: "Noi Sindaci, chiamati ogni giorno alla difficile gestione e risoluzione dei problemi che affliggono i nostri cittadini, chiediamo a Mario Draghi di andare avanti e spiegare al Parlamento le buoni ragioni che impongono di proseguire l'azione di governo. Allo stesso modo chiediamo con forza a tutte le forze politiche presenti in Parlamento che hanno dato vita alla maggioranza di questo ultimo anno e mezzo di pensare al bene comune e di anteporre l'interesse del Paese ai propri problemi interni".  "Ora più che mai abbiamo bisogno di stabilità", aggiungo i primi cittadini. Ed esprimono la loro "incredulità e preoccupazione" per la crisi di Governo "generata da comportamenti irresponsabili di una parte della maggioranza". "Il Presidente Mario Draghi - sottolineano i primi cittadini - ha rappresentato fino ad ora in modo autorevole il nostro Paese nel consesso internazionale e ancora una volta ha dimostrato dignità e statura, politica e istituzionale. Draghi ha scelto con coraggio e rigore di non accontentarsi della fiducia numerica ottenuta in aula ma di esigere la sincera e leale fiducia politica di tutti i partiti che lo hanno sostenuto dall'inizio". Spetta dunque soprattutto ai partiti che sostengono il governo "il dovere di portare in fondo il lavoro iniziato in un momento cruciale pe la vita delle famiglie e delle imprese italiane. Se non dovessero farlo - concludono i sindaci - si prenderebbero una responsabilità storica davanti all'Italia e all'Europa e davanti alle future generazioni".

Ora più che mai abbiamo bisogno di stabilità

Giorgio Gori
Giorgio Gori

I firmatari

I primi undici firmatari della lettera sono stati (in ordine alfabetico): Luigi Brugnaro (sindaco di Venezia), Marco Bucci (Genova), Antonio Decaro (sindaco di Bari e presidente Anci), Michele De Pascale (sindaco di Ravenna e presidente Upi), Giorgio Gori (Bergamo), Roberto Gualtieri (Roma), Stefano Lo Russo (Torino), Dario Nardella (sindaco di Firenze e coordinatore città metropolitane), Maurizio Rasero (Asti), Matteo Ricci (sindaco di Pesaro e presidente Ali), Beppe Sala (Milano). 

Poi, le adesioni sono cresciute:  Gianluca Galimberti (Cremona); Stefania Proietti (Assisi); Gaetano Manfredi (Napoli); Gianni Nuti (Aosta); Franco Ianeselli (Trento); Rinaldo Melucci (Taranto); Alberto Belelli (Carpi); Edoardo Gaffeo (Rovigo); Fabio Bergamaschi (Crema); Simone Franceschi (Vobbia - Genova); Mauro Gattinoni (Lecco); Mauro Calderoni (Saluzzo - Cuneo); Elena Gubetti Cerveteri (Roma); Luca Salvetti (Livorno); Riccardo Varone (Monterotondo - Roma); Carlo Marino (Caserta); Michele Guerra (Parma); Enzo Lattuca (Cesena); Andrea Soddu (Nuoro); Nazzareno Franchellucci (Porto Sant’Elpidio - Fermo); Piero Castrataro (Isernia) Massimiliano Presciutti (Gualdo Tadino - Perugia); Davide Galimberti (Varese); Maria Rosa Barazza (Cappella Maggiore - TV); Katia Tarasconi (Piacenza); Emilio Del Bono (Brescia); Damiano Tommasi (Verona); Valentina Ghio (Sestri - Genova); Elena Piastra (Settimo Torinese - Torino); Matteo Lepore (Bologna); Stefano Minerva (Gallipoli - Lecce); Piero Marrese (Montalbano e pres Prov Matera); Luca Menesini (Capannori e Pres Prov Lucca); Francesco Cacciatore (Santo Stefano Quisquina - Agrigento); Luca Vecchi (Reggio Emilia); Matteo Biffoni (Prato). In serata i firmatari sono 110.