Crisi governo Draghi: dimissioni o retromarcia? I possibili scenari

Il premier prepara il suo discorso alle Camere di mercoledì. Cosa potrà fargli cambiare idea

Il presidente del Consiglio Mario Draghi sembra deciso a chiudere l'esperienza di Governo e il voto anticipato in autunno resta al momento l'ipotesi più probabile. Draghi è rientrato in anticipo dal viaggio in Libia e prepara il discorso di mercoledì al Parlamento lontano dai palazzi di Roma. La traccia del discorso, attesissimo,  è già contenuta nelle dichiarazioni in calce all'ultimo Cdm: "La mancata fiducia al Decreto Aiuti è un chiaro segnale: non ci sono più le condizioni per portare a termine il programma". Chiaro messaggio al mancato sostegno del Movimento 5 Stelle. La conferma da un altro sfogo confidato a uno dei suoi ministri più vicini: "Non si può lavorare con la logica del distruggi"

Il tempo del potere può essere sprecato con la sola preoccupazione di conservarlo 

Ma cosa potrebbe convincere il premier a fare marcia indietro sull'intenzione di rassegnare le dimissioni, già presentate e respinte dal presidentre della Repubblica Sergio Mattarella? Ecco i possibili scenari di una crisi che l'Italia deve affrontare sullo sfondo della guerra in Ucraina, i prezzi alle stelle, l'inflazione che galoppa, il Covid che torna a farsi sentire e la necessità di mettere a terra il Pnrr per rilanciare il Paese. Una crisi politica, insomma, che rischia di fare da innesco a una crisi sociale.

Draghi bis Il sentiero per il Draghi Bis, con o senza Cinque Stelle, si fa sempre più stretto. E questo nonostante il pressing, interno e internazionale, perchà il premier rimanga al suo posto. Lo strappo sul Dl Aiuti, infatti, ha fatto venir meno il sostegno del M5s sul provvedimento, ma non i numeri in Parlamento. Non ancora, almeno. Tuttavia, la scelta di Conte potrebbe rappresentare un pericoloso precedente. Dopo i 5Stelle, altri npartiti potrebbero utilizzare lo stesso schema per rivendicare provvedimenti di bandiera o sfilarsi da quelli meno popolari fra l'elettorato. Un gioco al quale il premier non vuole prestarsi.

Questione personale Dietro alle questioni strettamente politiche dietro la crisi di governo c'è anche un aspetto personale, tutt'altro che trascurabile. Il pedigree di Mario Draghi, il suo curriculum - master al Mit e professore di economia all'Università di Firenze - e i numerosi incarichi ricoperti in carriera - governatore della Banca d'Italia, direttore esecutivo per l'Italia della Banca Mondiale e nella Banca Asiatica di Sviluppo, membro del Gruppo dei Trenta, presidente della Banca centrale europea dal 2011 al 2019 - fanno sì che una personalità di questo calibro, che gode di un indiscutibile spessore internazionale non rimanga sotto scacco e non resti "tanto per vivacchiare". D'altra parte, il senso di responsabilità istituzionale potrebbe controbilanciare tutto ciò. 

Le prossime tappe 

  • Lunedì: alle 12, a Montecitorio,  sarà definito il calendario dell'intervento del premier alla Camera.
  • Martedì 19 luglio: conferenza dei capigruppo del Senato che calendarizzerà il discorso in aula del premier.
  • Mercoledì 20 luglio: il discorso al Parlamento riunito del presidente del Consiglio Mario Draghi.