Covid Gb, la strategia per l'inverno: più vaccini per evitare lockdown. E c'è un "piano B"

La ricetta del governo Johnson per l'autunno e l'inverno: terza dose a tutti gli over 50 e una singola dose fra 12 e 15 anni. Il pass vaccinale? "Ultima possibilità"

Primo ministro Boris Johson

Primo ministro Boris Johson

Londra -  I vaccini contro il Covid funzionano e la campagna avviata in anticipo su tutti dal Regno Unito ha contribuito a far sì che oggi "il 90% dei britannici adulti sopra i 16 anni sia oggi immunizzato" Queste le parole di Boris Johnson che oggi ha confermato il via a un piano invernale di contenimento della pandemia fondato sull'offerta della terza dose vaccinale a tutti gli over 50 e di una singola dose fra 12 e 15 anni. "Andiamo avanti con la nostra strategia" puntata sui vaccini che ci garantisce di avere "una delle società più libere e una delle economie più aperte d'Europa", malgrado alcuni rischi, ha rimarcato il premier.

I passaporti vaccinali, sebbene al momento esclusi, rimangono "una parte importante del nostro repertorio" e sarebbe "intelligente non escluderli" per accedere a luoghi particolarmente affollati, come i pub, ha detti il premier illustrando la strategia del governo.  Nel piano di 32 pagine, pubblicato oggi, si afferma che il governo "si impegna ad intraprendere qualsiasi azione necessaria per proteggere l'Nhs (il Servizio sanitario nazionale) dall'essere sopraffatto", ma "le restrizioni economiche e sociali più dannose" verranno prese in considerazione solamente come "ultima possibilità".  Si tratta del cosiddetto "Piano B", che prevede l'obbligo di indossare la mascherina, l'introduzione del Green Pass per una serie di luoghi al chiuso e il ricorso allo smartworking. Il "Piano A", che il governo invece intende perseguire nei prossimi sette mesi, prevede il varo di una campagna per la terza dose di vaccino per la popolazione al di sopra dei 50 anni.

Da Londra è infatti arrivato oggi il via libera ufficiale dai consulenti medico-scientifici del governo di Boris Johnson alla somministrazione nei prossimi mesi di una terza dose di vaccino anti-Covid per tutti gli over 50 del Regno Unito. L'annuncio è stato fatto a Downing Street da Jonathan Van-Tam, deputy chief medical officer dell'Inghilterra, e dalla responsabile dell'agenzia del farmaco britannica (Mhra), June Raine. Van-Tam ha definito "incredibile" il successo garantito finora dai vaccini, con una stima di 112.000 morti e 24 milioni di contagi evitati nel Regno. Ma ha avvertito che la pandemia non è ancora finita e che potranno esserci fasi "accidentate" nell'inverno. Il piano rappresenta "la nostra chance migliore per convivere con il Covid senza nuova restrizioni severe a livello sociale ed economico" ha detto Sajid Javid, ministro della Sanità del governo di Boris Johnson, ufficializzando alla Camera dei Comuni i piani di contrasto della pandemia in vista dell'inverno.

Javid ha sottolineato che i 6 milioni di britannici sotto i 16 anni non ancora vaccinati rappresentano al momento "il buco principale nella rete" di protezione immunitaria del Paese; e che "quasi il 99% delle morti per Covid" registrate nel Regno nella prima metà del 2021 hanno riguardato persone "non doppiamente vaccinate". Il ministro ha in ogni caso aggiunto come occorra restare "vigili" fra autunno e inverno. Poi, incalzato dal ministro ombra laburista Jon Ashworth sul possibile "piano B d'emergenza" nell'ipotesi di un'impennata comunque significativa di contagi nei prossimi mesi, non ha escluso la possibilità teorica di reintrodurre l'obbligo dell'uso della mascherina nei luoghi pubblici (revocato ovunque in Inghilterra dal 19 luglio e solo raccomandato nei trasporti) o un'indicazione generalizzata del lavoro da casa.

In Gran Bretagna quindi verrà offerta a giorni una terza dose del vaccino contro il coronavirus a chi ha più di cinquant'anni, agli operatori sanitari e a coloro che soffrono di malattie croniche o pregresse la cui salute è particolarmente a rischio in caso di contagio. Il governo britannico, prevede di vaccinare con una terza dose circa 30 milioni di persone. La raccomandazione del Jcvi (Comitato congiunto per la vaccinazione e l'immunizzazione) è che la terza dose, preferibilmente del vaccino Pfizer anche a chi ha ricevuto Astrazeneca, venga somministrata non prima di sei mesi dalla seconda. E anche in concomitanza con un vaccino antinfluenzale.  Il professor Wei Shen Lim, presidente del Jcvi, ha precisato che i primi a ricevere il richiamo saranno gli anziani che vivono in case di riposo, operatori sanitari e di assistenza sociale in prima linea, tutti gli adulti dai 50 anni in su, quelli di età compresa tra 16 e 49 anni con malattie pregresse e chi ha contatti continui con immunodepressi.