"Conte? Scollato dal Parlamento". Le cannonate di Bellanova

L'ex ministra usa parole dure con il premier: "Se non e' ora il momento in cui si impostano le politiche per il futuro, quand'e?" Tra le reazioni preoccupate anche quelle di Fedriga, Lega Nord.

Teresa Bellanova, ministro Agricoltura

Teresa Bellanova, ministro Agricoltura

Roma, 20 gennaio 2021 - "C'è il rischio che se si continua a tirare quel filo che si chiama Conte, il maglione governo poi si sfalda". Perluigi Bersani affida a una delle sue proverbiali metafore l'analisi della situazione del governo Conte. Il deputato di Articolo 1 esprime tutte le proprie preoccupazioni circa il futuro del Paese. "Dobbiamo renderci conto che siamo di fronte a un bivio: da una parte le forze che guardano all'Europa con fiducia e dall'altra le truppe sovraniste".

Tra le reazioni al dopo voto al Senato che ha scongiurato la caduta del Governo, arrivano le cannonate dell'ex ministro Teresa Bellanova. "Conte si e' molto affezionato al suo ruolo e alla sua centralità e ha tolto spazio al ruolo del Parlamento. Basta vedere quanti decreti e quanti Dpcm sono stati fatti. Non ci si puo' sostituire alle sedi parlamentari. Io ho provato a comunicare con lui. Il giorno della conferenza stampa gli ho scritto anticipatamente delle mie dimissioni. Ma come al solito non ha risposto".  Il giudizio della senatice senatrice di Italia viva resta tranchant: "Pensare di aver vinto con 156 voti, alcuni dei quali raccattati con contrattazioni poco qualificabili e tre senatori a vita. Le sorti delle istituzioni mi sembrano poco solide".  

Poi l'ex ministro torna sul suo passo indietro. "Abbiamo posto problemi che riguardano l'Italia, su quelle questioni abbiamo lasciato una porta aperta a Conte ai partiti di maggioranza. Se invece di affrontare le questioni ci si occupa di mettere fuori una forza riformista come Italia viva, allora vuol dire che la politica e' arrivata a livelli bassissimi. Non sento di essere la responsabile della crisi, sono stata solo responsabile verso il Paese. Quando ho capito di non poter piu' svolgere il mio lavoro, mi sono dimessa. Sarei rimasta a fare tappezzeria. Fare il ministro porta onori e oneri, quando e' diventato solo un onore senza poter incidere ho capito che quello non era piu' il mio posto. Era il momento sbagliato questo per dimettermi? Se non e' ora il momento in cui si impostano le politiche per il futuro, quand'e? Quando avremo consumato tutti i fondi del Recovery per distribuire un po' di pannicelli caldi?".

Nella lista dei preoccupati si inserisce anche Massimiliano Fedriga, Lega Nord. "Sembra che questa crisi porti un danno molto importante al Paese", spiega il presidente del Friuli Venezia Giulia, a Radio 24. "Se qualcuno crede di poter governare un Paese in un momento di pandemia con i numeri di ieri del Senato mi sembra sia molto lontano dalla realta' - ha aggiunto il governatore -. Ieri non si sono raggiunti i 161 voti, ma dei 156 presi ci sono 3 senatori a vita, due usciti da Forza Italia e due arrivati all'ultimo, trascinati dentro l'aula, tra cui Ciampolillo che continua a dire di ogni colore contro M5s, Pd e Conte". Per Fedriga "la maggioranza non c'e', non e' assoluta del M5s e Pd. Sono preoccupato soprattutto da cittadino. Se questo governo puo' fare delle scelte strategiche o no? Ho dubbi".