Recovery Fund, l'affondo del Cnel: "Manca la governance del piano"

Il presidente Tiziano Treu in audizione al Senato: "Linee progettuali condivisibili ma preoccupa la gestione applicativa"

Tiziano Treu (Ansa)

Tiziano Treu (Ansa)

Roma, 22 febbraio 2021 - Nel Piano di ripresa e resilienza si evidenzia "la macroscopica carenza di un modello di governance e attende che il Governo mantenga la promessa di presentare in Parlamento la propria idea nel merito". E' quanto dice il presidente del Cnel Tiziano Treu in un'audizione innanzi alle Commissioni congiunte Bilancio e Politiche dell'Unione europea del Senato sulla proposta di ''Piano nazionale di ripresa e resilienza".

"Non sfugge infatti agli osservatori che il punto debole del Piano non sta nell'impostazione politica, la quale risulta pienamente convergente con gli orientamenti europei, ma piuttosto nella difficile gestione applicativa dei progetti. - spiega Treu - Il Cnel, nel segnalare che le 48 linee progettuali, tutte condivisibili, appaiono nel Piano completamente prive di un sia pur schematico cronoprogramma, ritiene indispensabile allestire con tempestività un sistema di governance emergenziale, fondato su una strumentazione ordinaria per quanto riguarda i soggetti istituzionali da coinvolgere (presidenza affidata al Ministro degli affari europei, partecipazione di tutti i ministri per materia, Regioni ed Enti locali) e soprattutto sull'attivazione di procedure straordinarie".

"Un piano straordinario richiede capacità di intervento straordinario. Solo un sistema di governance chiaro è in grado di identificare una altrettanto chiara 'filiera' delle responsabilità politiche, amministrative e gestionali del Piano" sostiene Treu. "Un punto cruciale - osserva - riguarda la necessità di partecipazione non episodica delle parti sociali sia alla fase di elaborazione dei progetti, sia alla fase della implementazione, quest'ultima decisiva eppure, nella esperienza passata, molto carente".

"Data la complessità del Piano e la sua articolazione su una durata temporale di 5-6 anni - spiega - non appare sufficiente ricorrere a interlocuzioni generiche con le parti, come avvenuto finora. È indispensabile pensare a una forma di consultazione strutturata e stabile con le parti sociali, come pure mettere a disposizione dell'opinione pubblica gli stati di avanzamento dei progetti, come ha peraltro richiesto espressamente il Cnel".