Berlusconi, Putin, l'Ucraina: cosa ha detto il Cavaliere. E perché tutti sono arrabbiati

Le dichiarazioni dell'ex premier all'uscita di un ristorante a Napoli hanno suscitato una serie di commenti poco favorevoli

Silvio Berlusconi e Marta Fascina a Napoli

Silvio Berlusconi e Marta Fascina a Napoli

Certi amori non finiscono, fanno giri immensi e poi ritornano. Si potrebbero utilizzare i versi di "Amici mai", il noto successo firmato da Antonello Venditti tanto amato dal suo storico collaboratore Adriano Galliani, per descrivere la "sbandata" odierna di Silvio Berlusconi. A Napoli per la convention di Forza Italia - già riscaldata dalle tensioni milanesi fra Mariastella Gelmini e Licia Ronzulli, che a cascata si stanno ripercuotendo su tutti i rapporti interni nel partito - il Cavaliere ha "aperto" a una posizione più leggera nei confronti di Vladimir Putin per favorire - è la sua opinione - la pace, invocando (salvo fare marcia indietro a sera inoltrata) anche uno stop o comunque una frenata sull'invio di armi all'Ucraina.

Cos'ha detto l'ex premier

Silvio Berlusconi, scorti i giornalisti all'uscita del ristorante da Ciccetto, dove aveva appena pranzato con un gruppo di fedelissimi e con la "quasi moglie" Marta Fascina, non ne ha respinto l'assalto. Anzi. Si è concesso con la solita disponibilità. Le sue dichiarazioni sulla situazione ucraina, però, hanno fatto saltare dalla sedia più di un dirigente azzurro. Secondo il fondatore di Forza Italia bisogna cercare di "arrivare al più presto a una pace". Come? Semplice (almeno per Silvio): bisogna cercare di portare in tutti i modi l'amico (ancora oggi?) Vladimir Putin al tavolo delle trattative. Anche a costo di venire incontro alle sue domande (finora, per altro, rivolte a suon di bombardamenti). "Io credo che l`Europa unita deve fare una proposta di pace - ha proseguito il Cavaliere - cercando di far accogliere agli ucraini le domande di Putin". Una convinzione ben lontana dalle scelte operate dal governo di cui Forza Italia fa parte.

Non solo. Meglio evitare il muro contro muro, almeno per il proprietario del Monza. Che, ricordiamolo, fece del farsi "concavo e convesso" di fronte agli interlocutori uno stile di governo. "Per portare Putin al tavolo delle trattative non bisogna fare le dichiarazioni che sento venire da tutte le parti - ha affermato ancora Berlusconi - dalla Gran Bretagna o dalla Nato". Capitolo armi. Anche qui, meglio finirla con la fornitura di mezzi di difesa a Kiev. Questa sembra essere la convinzione dell'ex presidente del consiglio. "Inviare armi significa essere cobelligeranti, significa essere anche noi in guerra - ha affermato - Cerchiamo di far finire in fretta questa guerra. E, se dovessimo inviare armi, sarebbe meglio non farne tanta pubblicità". Berlusconi, del resto, è un uomo pratico. E, al di là dei ricordi del suo rapporto personale con Putin, la sua preoccupazione è "per il gas" oltre che per le "devastazioni e le stragi" che "non devono andare avanti". Lo scenario nella testa del Cavaliere è cupo. "E' un'ipotesi sconvolgente - ha sostenuto -perché ci porterebbe alla chiusura di centinaia e centinaia di migliaia di aziende, alla perdita di tre milioni di posti di lavoro, quindi a un dilagare della povertà in Italia e dovremmo andare in giro i prossimi inverni con il cappotto addosso in casa e una cambiale in mano".

Le reazioni

Non sono tardate le risposte alle dichiarazioni rilasciate da Berlusconi. Persino in seno al suo partito."Con queste dichiarazioni su  Putin, sul basta armi all'Ucraina, l'Italia che sarebbe in guerra, l'Ucraina che deve accettare le condizioni di  Putin, Berlusconi ha rotto il ca@@o!", ha scritto il deputato Elio Vito, esponente dell'area liberal. Un ex azzurro di peso come Gaetano Quagliarello, invece, ha sfoderato una citazione storica. "Evidentemente - ha commentato l'esponente di Italia al Centro - c'è chi vuole che l'Italia finisca la guerra dalla parte opposta a quella in cui l'ha cominciata. Il richiamo dell'8 settembre".Più secco il leader di Azione Carlo Calenda: "Qui siamo oltre Salvini". E gli azzurri più governisti e atlantisti temono che dietro le parole del Cavaliere ci sia un nuovo avvicinamento a Matteo Salvini, il segretario federale leghista che Berlusconi, in occasione del suo "non matrimonio", ebbe a definire l'unico leader politico sulla piazza italiana.

La parziale marcia indietro

In tarda serata, forse anche lette le dichiarazioni meravigliate (e, probabilmente, intercettati i ben più rilevanti, almeno politicamente, malumori taciuti, dentro il partito e in maggioranza), è arrivato un comunicato ufficiale con una parziale inversione di rotta da parte di Berlusconi. "La posizione del Presidente Berlusconi e di Forza Italia non è cambiata ed è perfettamente in linea con quella del Ppe, dell'Europa e dell'Alleanza Atlantica - si legge nella nota firmata dal Cavaliere - Nessuno in Occidente - neppure gli stessi ucraini - ha immaginato che la guerra per difendere l'Ucraina dovesse diventare una guerra di aggressione alla Russia".