Pinguini Tattici Nucleari: “Ahia!”. Le nostre canzoni nate durante il lockdown

La band di passaggio a Milano per presentare il nuovo Ep: "Stare lontani è stata dura". E stasera saranno ad X Factor

Pinguini Tattici Nucleari

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In quello che per i Pinguini Tattici Nucleari avrebbe dovuto diventare l’anno della consacrazione, come vuoi intitolarlo un nuovo Ep se non “Ahia!”? La pandemia ha affossato il tour nei palasport della band bergamasca, ma non la sua voglia di esserci. Così ieri mattina Riccardo Zanotti & Co. sono approdati in una Milano imbiancata di neve (a pensarci bene, habitat ideale per degli sfeniscidi) armati di entusiasmo e di sette nuovi brani presentati in videoconferenza dalla Mondadori in Piazza Duomo. Tutto nell’attesa di presentarsi questa sera davanti alle telecamere della semifinale di X-Factor. “Ahia!” è un disco dei Pinguini, ma pure un romanzo firmato da lei, Zanotti. "Tra ep e libro ci sono dei legami, dei macro-temi in qualche modo connessi al lockdown come quello della famiglia, dell’assenza, il concetto di maschera. Scrivere un romanzo mi ha spinto verso una nuova dinamica creativa. Penso che in futuro sarò più oculato nella scelta delle parole, anche delle canzoni". Riferimenti? "Stefano Benni e quella sua complessità narrativa nascosta spesso da semplicità estrema. Ha inventato un modo di scrivere". Tornando alla musica, com’è cambiata la vostra percezione? "Con Sanremo abbiamo avuto la consapevolezza di arrivare a tanta gente. Essere anche “mainstream” perché è una parola che non ci fa poi troppa paura". Le canzoni nascono dal loockdown. "Eravamo in tv da Fazio quando abbiamo sentito parlare per la prima volta di chiusura. Con un tour in partenza, ignorando completamente la gravità della situazione, la prima sensazione è stata di risentimento, di rabbia. Sentimenti passati in secondo piano per lasciare spazio ad un bisogno di unità, al desiderio di guardarsi in faccia un po’ più di prima. Stare lontani è dura e, appena ritrovati in sala prove, la prima reazione è stata quella di ridere e scherzare ritrovando quella chimica che ci era un po’ sfuggita". In questa settimana escono molti dischi. Preoccupati? "Ma no. Forse siamo riusciti a ricavarci una nicchia di fan che apprezzano la nostra poliedricità e ci seguono comunque. Il modello è quello dei Queen, che si sono creati attorno un mondo a se stante sottraendosi così al confronto con gli altri". I concerti rimangono un miraggio, o quasi. "Al momento il tour è previsto a febbraio, ma questo stato di perenne attesa e costante incognita del futuro rende tutto molto, molto, difficile. E non tanto per noi, quanto per le maestranze che lavorano allo spettacolo". Sanremo: vi è venuta l’idea di tentare il bis? "Non ci interessa diventare inquilini dell’Ariston. Quello è un palco su cui bisogna andare col pezzo giusto, arrangiato in modo intelligente. Per un gruppo può essere deleterio andarci con una canzone “sbagliata”, per quest’anno non abbiamo particolari velleità, preferiamo portare la nostra musica altrove".