Sulle strade di Lombardia muoiono sempre più pedoni

L’associazione delle vittime di incidenti: smartphone al volante come alcol e droga. A Lecco l’ultima denuncia per omicidio stradale

Incidente nel Lecchese

Incidente nel Lecchese

Milano, 3 novembre 2020 - Non diminuisce il numero di incidenti stradali in Lombardia. Nel 2019, in base ai dati diffusi dall’Istat, sono stati 32.560 i casi con lesioni refertati dalle forze dell’ordine, dato che ricalca quanto accaduto nel 2018 (32.553). Migliora, invece, il bilancio di morti e feriti sulle strade: nel 2019 le vittime sono state 438, 45 in meno del 2018 (-9,3%), e i feriti 44.400, in calo di 225, per un costo in termini di danni alle persone di quasi 3 miliardi (286,7 euro pro capite), il 17,1% del totale nazionale (17 miliardi).

 L’Italia, così come gli altri Paesi dell’Unione, è chiamata a rispettare un patto sottoscritto con l’Europa: dimezzare i morti sulle strade con particolare attenzione ai soggetti vulnerabili (bambini, giovani e anziani). Le azioni messe in campo con due programmi decennali (2001-2010 e 2011-2020) mostrano risultati contrastanti. In Lombardia tra il 2001 e il 2010 le vittime si sono ridotte del 47,3%, più della media nazionale (-42%) mentre tra il 2010 e il 2019 il calo si è fermato al 22,5% (-22,9% nel resto d’Italia). Il nodo resta però la tutela dei soggetti vulnerabili dove la Lombardia perde punti rispetto al resto del Paese. Nel 2019 l’incidenza di bambini, giovani e anziani morti negli incidenti stradali è superiore alla media nazionale (45,9% contro 45,2%). A preoccupare è soprattutto l’incremento dei pedoni uccisi: negli ultimi nove anni l’incidenza in Lombardia è cresciuta dal 17,2% al 21,9%, nel resto del Paese dal 15,1% al 16,8%. «Sono numeri che derivano da problemi strutturali che la nostra associazione continua a denunciare da tempo – analizza l’avvocato Domenico Musicco, presidente di Avisl Onlus, l’associazione delle vittime di incidenti stradali, del lavoro e della malasanità –. I controlli legati all’alta velocità sulle strade sono demandati a sistemi elettronici a distanza. La prevenzione non è stata migliorata né è stata inserita l’educazione stradale come materia obbligatoria nelle scuole. Abbiamo sempre chiesto più agenti sulle strade a controllare i punti critici, soprattutto gli attraversamenti pedonali: in Italia siamo fermi a un milione di controlli contro i 10 milioni a livello europeo".

Secondo l’Istat nel 2019 la maggior parte di incidenti (25.216, il 77,4% del totale) si è verificato sulle strade urbane, provocando 188 morti (42,9% del totale) e 32.782 feriti (73,8%). "Nel 2016 è stata introdotta la legge sull’omicidio stradale con sanzioni pesanti per chi guida sotto l’effetto di droga o alcol e provoca un incidente, ma colpevolmente non è stata mai inserita la casistica dello smartphone – spiega l’avvocato Musicco –. Lo smartphone distrae chi guida e così si spiega l’alto tasso di incidentalità legato agli utenti deboli. Il cellulare al volante è accompagnato da un senso di impunità: chiediamo, invece, che in caso di incidente vengano acquisiti sistematicamente gli smartphone per controllare tabulati telefonici e messaggistica. La distrazione da telefono è diventata oggi un’emergenza nazionale".