Pavia, 9 giugno 2013 - Il progetto di fusione delle due squadre punta alla creazione di un ibrido competitivo tra i Pro

QUI VOGHERA - Sabato il fronte dei no in corteo fino al Comune

C'era una volta la Voghe. Questo lo slogan più in voga tra i tifosi rossoneri nella centralissima via Emilia dopo la decisione dell’amministrazione comunale di tentare l’accorpamento con l’Oltrepo di Stradella. Stando alle voci il prossimo inizio settimana sarà quello decisivo per ufficializzare un progetto calcistico che dovrebbe rilanciare il territorio per tornare nel calcio professionistico nel giro di qualche anno.

Se sarà celebrato questo matrimonio l’Oltrepo si trasferirà allo stadio Giovanni Parisi per disputare il prossimo campionato di Eccellenza regionale, con la possibilità in caso di rinunce (la società presenterà domanda di ripescaggio) di accedere al torneo di serie D. Questa possibile unione sta creando malumori in città. I tifosi hanno organizzato per sabato prossimo una manifestazione pacifica di protesta contro l’amministrazione comunale vogherese artefice di questa idea. Non è da escludere che nei prossimi giorni qualcuno possa organizzare anche una raccolta di firme nella centralissima piazza Duomo per bloccare la fusione. Secondo qualche vogherese sarebbe addirittura la “morte del calcio in città”.

Furiosi i tifosi della tribuna laterale. «Questo accorpamento non s’ha da fare - dice Fabio Tordi fedelissimo di via Facchinetti -. Se andrà in porto non mi recherò più allo stadio. Voghera e Stradella devono continuare la loro strada in maniera separata». Contrario anche Paolo Ferro, supporter della curva. «Il Voghera deve camminare da solo magari rischiando anche di partire dalla terza categoria. Io non posso accettare che un’altra società venga a giocare nel nostro stadio, è come dire alla Valenzana o al Derthona di trasferirsi a giocare a Voghera. E’ una cosa che non si deve fare assolutamente». Di parere contrario anche Marco Scaglia, tifoso storico della curva. «Una soluzione del genere mi rattrista, mi auguro che prevalga il buon senso». 

 

QUI STRADELLA - Il club insiste: "Questione di pura sopravvivenza..."

Giorni intensi e pieni di appuntamenti per i dirigenti dell’Oltrepo impegnati a concretizzare l’accorpamento con l’amministrazione comunale di Voghera e il conseguente spostamento della squadra allo stadio Giovanni Parisi di via Facchinetti nella città Iriense. Tra i tifosi stradellini c’è malumore e imbarazzo: non vogliono seguire l’Oltrepo a Voghera. In molti temono che questa unione calcistica tra le due città più importanti dell’Oltrepo Pavese sia la fotocopia della fusione fatta alcune stagioni fa tra il Casteggio e il Broni che è durata per tre stagioni per poi naufragare costringendo le due squadre a ripartire dalla terza categoria. Incredulo per questa ipotesi Francesco Fizzardi tifoso dell’Oltrepo. «Per noi di Stradella non ha significato seguire la squadra nelle partite casalinghe a 30 km di distanza - dice -, abbiamo diversi tifosi anziani che avrebbero problemi a spostarsi».

A fare chiarezza sul progetto e rassicurare i tifosi è il direttore sportivo della società stradellina Fabrizio Bonfoco. «Voglio assicurare i tifosi che se questo importante progetto si concretizzerà la squadra porterà il nome di entrambe le città - dichiara - vogliamo fare un qualcosa di importante per il calcio Oltrepadano, credo che questa unione sia l’unica soluzione per poter ambire a campionati importanti. Il nostro intento è quello di creare anche un grosso settore giovanile che possa sfornare in continuazione talenti dell’Oltrepo Pavese che possano giocare da protagonisti in prima squadra. Questa trattativa la vogliamo chiudere il prima possibile in modo da preparare con tranquillità la squadra. Quando ufficializzeremo parleremo anche con i nostri tifosi e spiegheremo loro l’importanza di questo accorpamento che in tempi di crisi credo sia il modo migliore per sopravvivere».

di Raffaele Sisti