Pavia, due lettere minatorie contro l'ex ministro Centinaio

Nella seconda missiva la frase: "Muori leghista di m..., l'inferno ti aspetta". Indaga la Digos

Gian Marco Centinaio

Gian Marco Centinaio

Pavia, 29 ottobre 2019 - "Muori leghista di m..., l'inferno ti aspetta". E' questo il contenuto della missiva inviata al Gian Marco Centinaio. A denunciarlo è lo stesso ex ministro dell'Agricoltura. Secondo quanto detto dal parlamentare quella arrivata nei giorni scorsi, sarebbe la seconda lettera minatoria spedita nell'arco di quasi due settimane; nella prima, tra l'altro, venivano minacciati anche i parenti. Entrambe le lettere sono state indirizzate alla casa della madre del politico. L'ultima lettera è stata recapitata nei giorni scorsi con il timbro del centro di smistamento postale Milano Borromeo e con la data del 22 ottobre. Si tratta di sette righe in tutto scritte a mano: "La mia terra non vale più niente, per colpa tua non ho soldi per i miei figli". Quindi la minaccia di morte che chiude il biglietto. Sul caso indaga la Digos di Pavia.

"Sono vicino all'amico Gian Marco Centinaio, che a distanza di pochi giorni ha ricevuto a casa due lettere contenenti minacce di morte. Gesti ignobili di chi non ha mezzi ed idee per discutere democraticamente", ha scritto su Facebook il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, sperando "che le indagini portino gli inquirenti ad identificare i mandanti delle lettere". "Siamo tutti con Gian Marco Centinaio. Solidarieta' e vicinanza al nostro senatore per le gravi minacce ricevute", ha aggiunto il segretario della Lega Lombarda, Paolo Grimoldi. "Se pensano - ha sottolineato - di spaventarci e di fermare la nostra battaglia con questi continui atti intimidatori si sbagliano. Andiamo avanti con la schiena dritta e a testa alta, anche se in questo 2019 siamo stati oggetto di continui attentati e vandalismi alle nostre sedi politiche, anche se non passa giorno senza che qualche cretino minacci di morte Matteo Salvini o altri nostri esponenti. Ma la Lega non si ferma con le minacce: avanti!".