Terre d’Oltrepo, il bilancio torna in utile

Segni di ripresa per il colosso viticolo dopo la crisi generata dall'inchiesta sul falso pinot grigio

Le cantine "La Versa", dove si è tenuta l'assemblea dei soci

Le cantine "La Versa", dove si è tenuta l'assemblea dei soci

Santa Maria Della Versa, 27 ottobre 2017 - La prima volta di “La Versa”, storica cantina fondata nel 1905 e fallita un anno fa, come sede dell’assemblea del colosso “Terre d’Oltrepo”. Oltre 330 soci (ma su un punto all’ordine del giorno hanno votato in 214) hanno risposto all’appello per approvare il bilancio 2016/2017 (l’esercizio della cooperativa va dal 30 giugno di un anno al 30 giugno dell’anno dopo) che chiude con un utile di 92mila euro. Poca roba verrebbe da dire di fronte ad un fatturato che supera i 35 milioni di euro, ma dopo l’anno horribilis delle conseguenze post inchiesta sul falso Pinot grigio, rispunta il segno più come segnale di svolta in cui la cantina “La Versa” diventa, con una newco costituita con un big della viticoltura italiana quale Cavit, una pedina fondamentale.

Non a caso il direttore commerciale Marco Stenico, a questo proposito, ha preannunciato che da Natale il marchio “La Versa” tornerà sul mercato anche se il ritorno del famoso brand Testarossa sarà solo nel 2019.  Fra i punti essenziali affrontati e approvati dall’assemblea c’è la modifica dello statuto riguardante il numero dei componenti del CdA che passano da 18 a 11. Ma non è stata una scelta plebiscitaria. Tutt’altro. I voti a favore sono stati 108 contro 104 e gli astenuti due. Sintomo di una votazione per il rinnovo del CdA che, iniziata solo verso le 19, alla fine, verso mezzanotte, determinerà il successo o l’insuccesso per una manciata di voti. Ci sarà un premio di due euro al quintale per i soci che effettueranno il conferimento totale delle uve ma scatterà anche una penalità di 30 euro nel caso di mancati conferimenti.

Le dichiarazioni dei protagonisti che puntano, in un caso (Andrea Giorgi) alla riconferma nel ruolo di presidente e nell’altro (Angelino Mazzocchi) a fare il salto da vice a presidente, sono improntate ai programmi. «Non abbiamo nessuna paura, tutte le scelte (sbandierando i verbali) sono state fatte con la massima trasparenza e la cantina ha intrapreso la strada del definitivo rilancio» ha sostenuto, ad esempio, Giorgi a conclusione del suo intervento mentre da parte di Mazzocchi arriva una critica severa: «Non c’è un programma a medio termine e serve una strada nuova per la cantina trovando soluzioni commerciali più premianti ed in grado di imporsi sul mercato». Dietro le quinte, o meglio, fuori dall’assemblea “vietata” ai non soci, invece, le dichiarazioni sono state più a ruota libera: «L’unica cosa che è avvenuta nell’ultimo anno è l’inasprirsi di divisioni e l’adozione di scelte poco oculate compresi nuovi incarichi ben pagati», ha sentenziato un socio della cordata anti Giorgi, «non era semplice ripartire, invece siamo a buon punto ed in futuro andrà ancora meglio», la replica di un altro socio, questa volta pro presidente uscente.