Pavia, riso amaro nell’anno della siccità: "Rischiamo una perdita del 50%"

Tour nei campi aridi del Pavese, provincia traino del settore. "La distribuzione dell’acqua non è stata equa"

Una risicoltrice mostra il terreno

Una risicoltrice mostra il terreno

Zeme (Pavia) - «Qui è l’epicentro della crisi idrica, facciamo i tour dove si vedono i danni". Massimo Saronni, agricoltore oltre che sindaco di Zeme, ha accompagnato ieri mattina una delegazione di Coldiretti Pavia, guidata dal presidente Stefano Greppi (anche lui risicoltore) e dal direttore Antonio Tessari, che dopo aver riunito i parlamentari pavesi a Mortara li ha portati nelle risaie di Zeme per una visita sul campo. Presenti i senatori Gian Marco Centinaio (Lega) e Alan Ferrari (Pd) e i deputati Elena Lucchini, Marco Maggioni (Lega) e Alessandro Cattaneo (Forza Italia). La stima di Coldiretti Pavia è di una perdita, a causa delle siccità, di circa la metà del riso pavese. Una stima, ancora provvisoria, ma pesante per una provincia che con circa 78mila ettari (un po’ calati negli ultimi anni rispetto agli 80mila ettari) coltivati a risaia (tra cui circa 20mila ettari a Carnaroli, la tipologia tipica da risotto), è la prima provincia risicola d’Europa.

Tra Pavese e Lomellina, con circa 1.500 aziende agricole attive nel settore, si concentrano infatti oltre l’80% delle risaie della Lombardia e il 35% delle risaie d’Italia, che con 1,5 milioni di tonnellate di risone all’anno è il Paese che rappresenta circa il 50% dell’intera produzione Ue. Ma quest’anno le perdite sono pesanti. "Per quanto riguarda il riso - spiega Greppi - abbiamo stimato una perdita di rese di circa il 50%. I nostri tecnici hanno potuto valutare questa percentuale facendo una media provinciale, ma la situazione è molto a macchia di leopardo: ci sono zone dove il danno arriva vicino al 100%, altre dove invece è quasi trascurabile".

E proprio a Zeme si concentrano i terreni maggiormente lasciati all’asciutto nella "guerra dell’acqua", con i risicoltori novaresi. "Noi siamo nella zona dell’Est Sesia - spiega la risicoltrice Rita Frassacarro, sempre di Zeme (cognata del sindaco) - e dall’inizio della stagione di acqua ne abbiamo avuta poca. Noi siamo a valle e purtroppo, anche quando sarebbe stato il nostro turno sulla base della distribuzione, di acqua non ne arrivava. Ce n’era poca, ora proprio non ce n’è più e ormai il raccolto è compromesso".

«Già dal 10 giugno - ricorda Saronni - la situazione è stata critica. C’è stato un evidente problema di gestione non equa della distribuzione dell’acqua. Una guerra tra poveri per la quale, anche come sindaco, mi sono fatto portavoce con le istituzioni delle lamentele delle aziende locali, che rappresentano la risorsa primaria per Zeme, che vive d’agricoltura". L’incontro di ieri mattina con i parlamentari pavesi è stata anche l’occasione per Coldiretti Pavia di rilanciare il “Piano invasi”, già pronto dal 2017, "che prevede la realizzazione - spiega il presidente Greppi - di 10mila strutture per conservare l’acqua piovana: ci avrebbe aiutato a superare la situazione di criticità. È arrivato il momento di superare la logica delle emergenze e di avviare una programmazione".