Pavia, l’economia è in stagnazione: agricoltura e commercio i più colpiti

I dati del Rapporto sull’economia provinciale della Camera di Commercio

La presentazione dei dati da parte di Giacomo Giusti

La presentazione dei dati da parte di Giacomo Giusti

Pavia, 15 dicembre 2018 - I numeri del 2017 facevano ben sperare. Ma ormai a fine 2018 le aspettative per il 2019 sono di un rallentamento della crescita: se non è più crisi, è comunque stagnazione. Ieri mattina in Camera di commercio s’è tenuto l’annuale appuntamento per la presentazione del Rapporto sull’economia provinciale (con i dati del 2017) elaborato dall’Istituto Tagliacarne. La demografia delle imprese registrate all’ente camerale pavese aveva visto nell’arco dello scorso anno ben 2.802 iscrizioni a fronte di 2.721 cessazioni, dunque con un saldo positivo di 21 unità. Poche, ma comunque meglio del saldo sempre negativo degli anni precedenti. Nei primi 3 trimestri del 2018, però, il saldo tra le nuove imprese avviate e quelle che invece hanno chiuso (in raffronto con gli stessi 9 mesi dell’anno precedente) è tornato ad essere negativo: -0,49%, ovvero 233 imprese in meno (in media, oltre 25 al mese). Nel dettaglio delle forme societarie, aumentano le società di capitali (+6,19%): a chiudere sono soprattutto le imprese individuali.

Per quanto riguarda i settori, a perdere di più sono l’agricoltura (-2%) e il commercio al dettaglio (-1,86%): per l’agricoltura le cessazioni possono rappresentare meno imprese ma di maggiori dimensioni, per il commercio al dettaglio sono solo negozi che chiudono. «In un contesto di razionalizzazione e riorganizzazione come quello che stiamo vivendo - commenta il presidente della Camera di commercio di Pavia, Franco Bosi - la dimensione del territorio rappresenta ancora di più un tassello importantissimo per conoscere e operare in profondità. La Camera interpreta il suo ruolo sul territorio lavorando ogni giorno fianco a fianco del tessuto imprenditoriale, sviluppando un contesto favorevole per farlo crescere e per esaltarne la capacità di trainare la ripresa economica salvaguardando e valorizzando quegli esempi di buona amministrazione in cui le imprese stesse hanno trovato spesso persone che lavorano per il bene comune». Giacomo Giusti, dell’Istituto Tagliacarne, nella sua presentazione del Rapporto ha sottolineato molti dei tanti aspetti di questa ‘fotografia dell’economia reale’ della provincia di Pavia: il valore aggiunto, che nel biennio 2016-2017 è cresciuto dell’1,4%; l’export, che nel primo semestre 2018 ha dato finalmente segnali di ripresa con un +4,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con i dati positivi confermati anche nel terzo trimestre dell’anno; l’occupazione, che non sembra risentire troppo delle incertezze del quadro congiunturale e nei primi 6 mesi dell’anno ha spuntato un incremento, seppur contenuto allo 0,3%, ma che tiene il dato sostanzialmente costante negli anni. Oltre ai consueti focus su vino (con i dati negativi della vendemmia 2017 al -31%) e riso (per il quale Pavia resta prima in Italia col 35,3% della produzione nazionale) il Rapporto sull’economia provinciale analizza nel dettaglio i dati del turismo, con Pavia che pur con arrivi e presenze in aumento (rispettivamente 268mila e 535mila) ospita solo l’1,6% dei turisti presenti in Lombardia.