A Pavia la mostra "Longobardi, un popolo che cambia la storia"

In agosto la mostra sul popolo che unì Europa e Mediterraneo. L’esposizione poi si sposterà all’Ermitage di San Pietroburgo

La presentazione dell'iniziativa

La presentazione dell'iniziativa

Pavia, 4 aprile 2017 - Riparte dalla capitale dei Longobardi la ricostruzione del regno che ha provato a unificare l’Italia, gettando un ponte tra il Mediterraneo e il Nord Europa. In questo ideale ritorno al passato, sarà Pavia la prima città a ospitare una mostra dedicata al popolo che fino all’arrivo di Carlo Magno ha dominato quasi l’intera penisola. Alla presenza del sindaco di Pavia Massimo Depaoli e dell’assessore alla Cultura Giacomo Galazzo, è stato firmato ieri mattina, tra la direttrice dei musei Civici di Pavia Susanna Zatti e Paolo Giulierini, direttore del museo archeologico nazionale di Napoli, il protocollo di intesa per una collaborazione culturale finalizzata all’organizzazione della mostra "Longobardi. Un popolo che cambia la storia".

Il grande progetto espositivo sarà ospitato dal 26 agosto al 3 dicembre al castello di Pavia, dal 15 dicembre al 25 marzo 2018 al museo archeologico di Napoli e da aprile a fine giugno del prossimo anno al museo Ermitage di San Pietroburgo. Oltre 300 le opere esposte quasi totalmente inedite, in una mostra che offre un rinnovato sguardo sulla civiltà longobarda. "Attraverso apparati multimediali tutti potranno capire il ruolo della Pavia longobarda - ha detto Susanna Zatti -. Una capitale che è stata definita un’Atlandide sommersa perché molte testimonianze di quel passato sono andate distrutte. Saranno ricostruire al museo dove si potrà far riemergere quell’Atlantide e capire che cos’era all’epoca Pavia».

Sono più di 100 i musei e gli enti coinvolti, oltre 50 gli studiosi che hanno compiuto ricerche per realizzare il corposo catalogo (edito da Skira), 32 i siti e i centri longobardi rappresentati in mostra, 58 i corredi funerari esposti integralmente, 17 i video originali e le installazioni multimediali (touch screen, ologrammi, ricostruzioni 3D), 4 le cripte longobarde pavesi (appartenenti a soggetti diversi e aperte per la prima volta al pubblico), centinaia i materiali dei depositi del Museo Archeologico di Napoli vagliati .

"Ci sono tre parole chiave in questa mostra - ha aggiunto Paolo Giulierini -: Europa, Mediterraneo e incontro. Incontro perché, almeno per la mostra, Nord e Sud si ricongiungeranno. Mediterraneo perché Napoli, città bizantina, era punto riferimento di altri centri longobardi come Benevento e Capua. Ed Europa perché occorre riflettere sull’importanza di questo popolo per il Vecchio continente".