Truffa milionaria alla Ponzi, due nei guai: promettevano investimenti redditizi in oro

Le indagini proseguono per capire che fine abbiano fatto i soldi raccolti dai due indagati

Guardia di finanza

Guardia di finanza

Voghera, 9 marzo 2017 - Due indagati per una truffa da milioni di euro partita da Voghera, che ha coinvolto centinaia di investitori in tutta Italia. È scattata ieri mattina l’operazione Alchimia della Guardia di finanza di Pavia, guidata dal colonnello Cesare Maragoni, che ha portato alla luce un malaffare realizzato utilizzando il famigerato schema Ponzi, un metodo diventato noto negli anni Venti per aver portato a un raggiro da 15 milioni di dollari negli Stati Uniti. Il 45enne S.M. e la 51enne G.C. sono accusati di riciclaggio, truffa, abusiva raccolta del credito e utilizzo di marchi mendaci. Le Fiamme gialle ieri mattina stavano perquisendo gli uffici della società dei due indagati, la Italpreziosi Italia srl, con sedi a Voghera, Rivanazzano, Milano, Torino, Monza, Cosenza, Palermo, Verona, Bologna e Campobasso.

Secondo le accuse, la società proponeva fittizi investimenti in fantomatiche “quote aurifere“. Gli investimenti in oro esistono davvero, ma il termine utilizzato dai due indagati in realtà non viene usato. Se ne servivano per attrarre pensionati, consumatori medi, per ottenere piccoli capitali da poche migliaia di euro. I titolari raccoglievano il denaro spiegando ai clienti che i soldi sarebbero poi stati reinvestiti in oro. Cosa che in realtà non facevano: gli interessati solo apparentemente avevano un ritorno economico. Questo genere di truffa resta in piedi se si ha un gran numero di coinvolti, per cui i soldi di uno vanno a rimborsare gli interessi dovuti a un altro, ma è un sistema destinato a collassare quando non si trovano più clienti interessati a investire. Si stima che i vogheresi abbiano truffato un centinaio di persone in tutta Italia, con introiti per milioni di euro. La cifra e il numero di persone sono approssimativi in quanto ieri i militari stavano raccogliendo la documentazione dagli uffici e dai negozi compro-oro della società per ricostruire tutte le operazioni. I titolari si procacciavano clienti con il passaparola, promettendo interessi del 4-5%. Inoltre, si avvalevano del marchio di un’altra società, la Italpreziosi Spa, estranea al malaffare, che realmente gode delle autorizzazioni per svolgere queste operazioni secondo la legge. Dato che la società vogherese si serviva del marchio dell’altra impresa e giocava sulla somiglianza del nome, è scattata una prima segnalazione alla Guardia di finanza. Le indagini hanno poi portato a scoprire che i vogheresi non avevano fatto gli investimenti promessi ai clienti. Oltretutto recentemente, uno dei loro negozi in Oltrepo Pavese era stato preso di mira da rapinatori che armati di pistola l’avevano saccheggiato.

I militari della Guardia di finanza consigliano di prestare attenzione a questo genere di operazioni: gli investimenti devono sempre essere fatti con promotori ufficiali, mai affidarsi al passaparola. E ora le indagini proseguono, per risolvere un importante intrigo: scoprire che fine abbiano fatto i soldi raccolti truffando i potenziali investitori.