Neonato morto a Voghera, ginecologa e ostetrica a giudizio

Il caso nel giugno 2018 all’ospedale di Voghera dove le due professioniste erano di turno nel reparto

Il dibattimento sulla morte del neonato si aprirà il 9 novembre in tribunale a Pavia

Il dibattimento sulla morte del neonato si aprirà il 9 novembre in tribunale a Pavia

Voghera (Pavia), 27 novembre 2020 - Una ginecologa e un’ostetrica sono state rinviate a giudizio per il caso del bimbo nato morto il 20 giugno 2018 all’ospedale di Voghera. Le due professioniste sono accusate del reato di responsabilità colposa per morte o lesioni personali in ambito sanitario. Le indagate sono C.V., 46 anni, ginecologa e D.T, 57, ostetrica, che la sera del parto erano medico di guardia nel reparto di Ginecologia e ostetrica in servizio nello stesso reparto al nosocomio iriense.

Secondo l’imputazione, durante le manovre per far nascere il bambino, sembra che avessero deciso di procedere con il travaglio e non fossero intervenute in modo adeguato nonostante avessero avuto evidenti segnali di patologia fetale. Il bimbo era morto per sofferenza fetale acuta conseguente ad asfissia. La mamma, una giovane vogherese, aveva avuto una gravidanza tranquilla e gli esamii, tra cui le ecografie, non avevano fatto presumere che il nascituro avesse sofferenze. Dopo il tragico evento, i genitori si erano rivolti alla magistratura, presentando un esposto al commissariato di Voghera. Era quindi stata disposta l’autopsia. In seguito alle verifiche, alle due professioniste è dunque stato attribuito dall’accusa un gesto colposo dovuto a negligenza, imperizia e imprudenza. I difensori avevano avanzato eccezioni preliminari, non accolte dal giudice.

Di lì il rinvio a giudizio. Il dibattimento si aprirà il 9 novembre 2021 in tribunale a Pavia. I legali Cristina Moroni e Massimo Adriatici assistono i genitori e i quattro nonni del bimbo, costituiti parti civili. È stata chiamata come responsabile civile l’Asst di Pavia di cui l’ospedale di Voghera fa parte. Adriatici ha commentato: "I familiari non hanno presenziato perché sono ancora molto provati, la partecipazione all’udienza contribuisce ad acuire il dolore. Il loro desiderio è ottenere dal giudice un accertamento di come sono andati i fatti. Sarà la giustizia a valutare le eventuali responsabilità". .