Voghera, assessore con la pistola: adesso tocca alle perizie

Assegnati gi incarichi ai tecnici che faranno chiarezza sulla morte del maghrebino. In campo un tenente colonnello e un maresciallo dei carabinieri

L’ex assessore comunale Massimo Adriatici, 47 anni, è agli arresti domiciliari

L’ex assessore comunale Massimo Adriatici, 47 anni, è agli arresti domiciliari

Voghera (Pavia) - Prendono il via oggi pomeriggio gli accertamenti balistici e chimici disposti dalla Procura di Pavia sul caso dell’uccisione di Youns El Boussetaoui, trentanovenne marocchino ucciso a Voghera martedì scorso dall’avvocato Massimo Adriatici, fino a pochi giorni fa assessore alla Sicurezza del Comune oltrepadano, attualmente ai domiciliari in una località segreta per eccesso colposo di legittima difesa. Ieri mattina il pubblico ministero Roberto Valli ha conferito gli incarichi per svolgere gli esami: gli esperti nominati sono il tenente colonnello Matteo Donghi per la perizia balistica e il maresciallo capo Stefano Orsenigo per la perizia chimica. Nel conferire l’incarico ai periti, la Procura ha chiesto di stabilire la direzione del colpo, la posizione reciproca di indagato e vittima, oltre a indicare a quale distanza è stato aperto il fuoco e di verificare la presenza di particelle di polvere da sparo.

Inoltre, oggetto dell’accertamento è anche il proiettile stesso, per stabilire se sia legato in maniera univoca all’arma sequestrata ad Adriatici. Le analisi si svolgeranno nella sede del Ris di Parma, i periti avranno a disposizione sessanta giorni per completare il lavoro. Anche la difesa di Adriatici, affidata ai legali Gabriele Pipicelli e Colette Gazzaniga, così come gli avvocati della famiglia della vittima Marco Romagnoli e Debora Piazza hanno depositato le nomine di periti di parte per seguire gli stessi accertamenti. Nel frattempo, lunedì sera è spuntato un nuovo video in cui si nota Adriatici che, subito dopo la tragedia, starebbe dicendo a un testimone "Hai visto che ha fatto per darmi un calcio in testa? L’importante è quello che hai visto", immagini che è probabile ora verranno valutate dagli inquirenti. Per il difensore Pipicelli "è sufficiente vederlo per capire che in questo video Adriatici senza alcuna pressione ricorda a un testimone di riferire un fatto, se qualcuno pensa di individuare una forma di condizionamento sbaglia. Così come non era vera la notizia di qualche giorno fa di un nuovo testimone, in quanto si trattava di persona già sentita dagli inquirenti". E aggiunge: "Il video in questione è stato diffuso prima che venisse portato alle autorità: l’invito a chiunque abbia elementi è di consegnarli al pubblico ministero". L’avvocato Romagnoli invece relativamente al video ha sottolineato che "un soggetto indagato parla con i carabinieri come se nulla fosse accaduto, e influenza palesemente il ricordo di un testimone", aggiungendo in serata di voler depositarlo agli atti e rivelando la volontà di chiedere alla Procura l’incidente probatorio per raccogliere importanti testimonianze su quanto avvenuto: ci riferiamo a testimoni che potrebbero essere facilmente influenzabili, visto che si tratta di giovani stranieri".