Turni lunghi al carcere di Voghera, stop del giudice

Mancata contrattazione, il Tribunale del Lavoro dà ragione al ricorso delle sigle di polizia

Gian Luigi Madonia, segretario generale della UilPa

Gian Luigi Madonia, segretario generale della UilPa

Voghera (Pavia), 13 gennaio 2019 - Il Tribunale del lavoro di Pavia ha accolto il ricorso del sindacato Uil PA contro la direzione della casa circondariale di Voghera. La causa era stata mossa, come spiega il sindacato per la condotta "del direttore del carcere di Voghera quando ha prolungato i turni di servizio senza la prevista e vincolante contrattazione sindacale". Nel 2017 infatti, la direzione del carcere aveva allungato i turni degli agenti da sei a otto ore al giorno per coprire il servizio con il personale a disposizione. Il ricorso era stato presentato sulla base dell’articolo 28 della legge numero 300 del 1970, chiedendo il riconoscimento della condotta antisindacale dell’amministrazione consistita "nell’inosservanza del protocollo d’intesa regionale in materia di personale della polizia penitenziaria cui riconoscere il diritto alle ferie in occasione delle festività e dei periodi estivi e nella mancata contrattazione sindacale in materia di articolazione dei turni del personale di servizio".

Il 22 maggio 2018 il tribunale ha respinto il ricorso, la Uil PA ha impugnato la decisione e ha presentato un altro ricorso in opposizione chiedendo "il ripristino dell’orario ordinario di servizio o, nei casi di necessità disciplinati dalla normativa vigente, avviare la contrattazione sindacale per la deroga ai principi dettati dalle norme sindacali di rango superiore", si legge nelle carte. Il giudice, si legge nella sentenza, ha dato ragione al sindacato riconoscendo "la natura antisindacale della condotta di parte", ordinando "di astenersi dal reiterarla in futuro" e "di rimuoverne gli effetti".

Soddisfatto Gian Luigi Madonia, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria Lombardia e Segretario di Categoria di Pavia e Lodi, che ha spiegato: "Possiamo affermare che tutti gli sforzi e l’impegno profuso hanno prodotto un ottimo risultato, dal punto di vista sia sindacale sia giuridico. Abbiamo apprezzato il lavoro di un giudice che, con terzietà, ha oggettivamente valutato l’intera vicenda. I contenuti del dispositivo di sentenza lasciano ben intendere la competenza e la giustezza dell’analisi. Cosa che purtroppo non avevamo registrato nella precedente occasione dove si giustificavano tutte le violazioni in ragione della carenza di organico. Un principio che, se dovesse trovare spazio altrove, determinerebbe la morte dei diritti contrattuali in tutto il pubblico impiego, proprio perché interamente caratterizzato da carenze".