Voghera, aggressione nel Pronto soccorso: esagitato bloccato dalla vigilanza

Violenza contro le persone e danni agli arredi limitati dall’intervento della security. La Funzione pubblica della Cgil: "Ripristinare i posti di polizia in tutti i presidi"

Patrizia Sturini, responsabile per la sanità della Funzione pubblica di Cgil Pavia

Patrizia Sturini, responsabile per la sanità della Funzione pubblica di Cgil Pavia

Voghera (Pavia) - "Sono fatti gravissimi. Questa volta i danni sarebbero stati limitati dal tempestivo intervento della vigilanza interna, ma serve di più per la sicurezza dei lavoratori nei pronto soccorso". Patrizia Sturini, responsabile per la sanità della Fp Cgil di Pavia, commenta così l’ultimo episodio violento, successo giovedì al pronto soccorso dell’ospedale di Voghera.

Sul posto sono intervenuti i carabinieri del Radiomobile della compagnia di Voghera, che hanno deferito in stato di libertà un 19enne tunisino, irregolare, incensurato. Il giovane, in evidente stato di alterazione e senza un’apparente motivazione plausibile, ha dato in escandescenze nel pronto soccorso, opponendo resistenza al personale della vigilanza interna che tentava di contenere la sua aggressività, placata solo con l’arrivo dei militari, che lo hanno poi trovato in possesso di quasi 3 grammi di hascisc. Nessuno è rimasto ferito, il personale sanitario non sarebbe neppure stato direttamente coinvolto, anche se si sono invece registrati danneggiamenti agli arredi contro i quali il 19enne ha sfogato la sua violenza.

"Non in tutti gli ospedali c’è la vigilanza interna – sottolinea Sturini – che in questo caso ha limitato i danni, ma in altri precedenti non ha potuto evitare improvvise aggressioni al personale sanitario, che non a caso scarseggia anche per questo tipo di rischio. Si dovrebbero ripristinare i posti di polizia in tutti i pronto soccorso: sarebbe un deterrente e darebbe più sicurezza agli operatori sanitari". In effetti il 19enne a Voghera s’è calmato alla vista dei carabinieri. "Purtroppo sono episodi che si ripetono troppo spesso – dice ancora Sturini – che provocano anche danni alle attrezzature, che sono patrimonio pubblico, e distolgono il personale sanitario dall’attività specifica, con possibili ripercussioni sull’efficacia delle prestazioni".