Montebello, orrore nella casa di riposo: anziani marchiati con il phon bollente

Maltrattamenti ripetuti e gravi lesioni nei confronti di una trentina di ospiti, due arresti

La polizia arriva nella struttura di Montebello

La polizia arriva nella struttura di Montebello

Pavia, 17 novembre 2018 - Una struttura nata per prendersi cura di anziani con gravissime disabilità fisiche e mentali si era trasformata in un lager. Per gli ospiti in primo luogo, ma pure per i dipendenti che non potevano ribellarsi e denunciare le angherie. Maltrattamenti ripetuti e gravi lesioni nei confronti di una trentina di ospiti. Una situazione che si trascinava da almeno due anni, segnalata solo a marzo quando è partita l’indagine della polizia. Ieri mattina la squadra mobile di Pavia ha arrestato il direttore della residenza per disabili “Monsignor Rastelli” e un operatore socio-sanitario.

L’ordine di custodia cautelare, emesso dal gip Carlo Pasta su richiesta del pubblico ministero Camilla Repetto, ha riguardato G.G., 67 anni, il direttore della struttura gestita dalla cooperativa sociale Oftal, e D.M., 35 anni, l’operatore accusato di ripetuti maltrattamenti e lesioni personali nei confronti degli anziani. G.G. è stato arrestato nella sua casa di Voghera, D.M. invece - che abita a Montebello - era già al lavoro nella casa di cura, convenzionata con il sistema sanitario nazionale.

Entrambi sono rimasti impassibili di fronte agli agenti che in questi mesi hanno anche posizionato delle telecamere per riprendere quanto accadeva. E sono emersi episodi agghiaccianti. Non solo gli anziani venivano colpiti con pugni, schiaffi e calci, in alcuni casi venivano pure sbattuti contro un muro e strattonati per farli cadere a terra. Molti si ritrovavano lividi sul corpo e in più di un’occasione le dimissioni sono state rimandate in attesa che i segni delle percosse scomparissero. Un’anziana in sedia a rotelle si è ritrovata con la testa a terra e le gambe in aria, perché l’operatore socio-sanitario non sopportava più le sue urla. Un altro degente è stato “marchiato a fuoco” sul petto con un phon e una disabile è stata buttata a terra per costringerla a partecipare a una messa.

In alcuni casi l’operatore, supportato dal direttore avrebbe agito così perché esasperato, in altri però i due lo avrebbero fatto per puro divertimento. In particolare avrebbero voluto divertirsi quando aizzavano un paziente che per la propria patologia tende a mordere gli altri. A gestire la struttura voluta dal medico di Voghera, D.C., per dare una risposta di sostituzione dell’ambiente familiare a persone disagiate sia fisicamente che psicologicamente e socialmente era la cooperativa sociale Oftal che occupa una quindicina di dipendenti costretti a lavorare in un clima d’intimidazione. Ma Oftal smentisce ogni legame con la residenza sanitaria. «La struttura è sì dedicata al fondatore di Oftal, ma l’Associazione non c’entra nulla con la gestione» dice da Gerusalemme il presidente generale, monsignor Paolo Angelino.