Varzi, violenze alla compagna: condannato

Tre anni di reclusione a un 25enne. Per cinque giorni aveva segregato la ragazza nella sua casa

L’ingresso del Palazzo di giustizia del capoluogo (foto di repertorio)

L’ingresso del Palazzo di giustizia del capoluogo (foto di repertorio)

Varzi (Pavia), 18 ottobre 2020 - Violentata, minacciata e di fatto segregata dall’uomo con cui aveva una relazione: la ragazza era riuscita a uscire da quell’incubo dopo cinque giorni inviando un messaggio ai genitori, che erano subito corsi in suo aiuto. Per tutto quel tempo lui le aveva impedito ogni contatto con l’esterno, seguendola anche quando doveva andare in bagno, abusando anche sessualmente di lei. Ora il collegio del tribunale di Pavia ha condannato l’aguzzino a tre anni di reclusione, da trascorrere in una Rems – Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza (ex ospedale psichiatrico giudiziario) perché gli è stato riconosciuto con una perizia il vizio parziale di mente.

La sentenza è stata emessa nei confronti di un 25enne italiano di Varzi, incriminato per violenza privata, violenza sessuale e minaccia. I fatti contestati si sono verificati tra l’11 e il 15 novembre 2017. In quel periodo, il giovane frequentava una ragazza brianzola di 24 anni. Il sabato lei era andata a casa sua in Oltrepo e da quel momento, fino al mercoledì, ha subito le angherie del venticinquenne. Lui aveva assunto un atteggiamento intimidatorio nei suoi confronti e le aveva ordinato di non uscire dalla camera da letto, costringendola a non vedere i genitori. La seguiva anche quando la giovane donna doveva recarsi in bagno ed era violento con lei: le aveva messo le mani al collo come per strangolarla e aveva dato in escandescenze spaccando alcune bottiglie di vetro.

L’accusa di violenza sessuale, con abuso delle condizioni di inferiorità psichica o fisica della vittima in quanto è stato contestato il comma 2 numero 1 dell’articolo 609 bis del codice penale, è scattata perché nella notte tra il 14 e 15 novembre la giovane aveva assunto uno psicofarmaco sedativo che lui le aveva procurato, poi l’aveva indotta ad avere un rapporto carnale.

Dopo giorni di inferno, la ragazza con coraggio aveva approfittato di un momento di assenza dell’aggressore ed era riuscita a inviare un messaggio alla madre. I genitori avevano intuito che la figlia potesse essere in difficoltà e subito sono corsi sul posto. Il 25enne a quel punto, secondo la ricostruzione denunciata alle forze dell’ordine, aveva minacciato il padre di lei: "Ti ammazzo, te la faccio pagare", gli avrebbe urlato, "ti faccio esplodere le dita", poi si era messo davanti all’auto rischiando di farsi investire, per cercare di bloccare il loro allontanamento. Le minacce al papà della ragazza erano proseguite fino al 21 novembre, lui mandava vocali e messaggi intimidatori promettendo che avrebbe distrutto lui e la sua famiglia. Il 25enne aveva anche un precedente per furto.