I miracolati dal trapianto vendemmiano in Oltrepo, "È la nostra seconda vita"

Donatori, medici ed ex pazienti insieme a Montù Beccaria, nell’Oltrepo Pavese di Renato Vassallo

Medici, donatori e trapiantati che hanno partecipato alla vendemmia nell’azienda Brega (Torres)

Medici, donatori e trapiantati che hanno partecipato alla vendemmia nell’azienda Brega (Torres)

Montù Beccaria (Pavia), 29 settembre 2014 - Che bello rivedersi per la vendemmia. Sembra un appuntamento normale fra amici con la passione per l’uva e il buon vino, ma non è solo così. All’azienda agricola dei fratelli Brega della frazione Bergamasco di Montù Beccaria, nell’Oltrepo Pavese, si sono presentati ieri mattina una cinquantina di trapiantati di rene. Tutti pazienti del chirurgo Massimo Abelli del Policlinico San Matteo di Pavia. Un evento “Una vite per la vita” organizzato dalla associazione “Trapiantami un sorriso” in collaborazione con l’azienda dei Brega; tre fratelli, tutti con un nuovo rene: Domenico, 67 anni, trapiantato 11 anni fa, Luigi, 65, da 6 e Pietro, 68, il più grande ma il più giovane di intervento, neppure un anno.

«I Brega hanno avuto problemi genetici devastanti ai reni e per loro l’unica soluzione era il trapianto. Tipi tosti abituati a lavorare in vigna, quindi all’aria aperta tutti i giorni e con un’alimentazione genuina. Una vita sana — dice il chirurgo Abelli —. Grazie al trapianto hanno ripreso una vita normale, sono in gran forma anche se questa stagione non è stata particolarmente generosa tra i filari». «Siamo miracolati — dicono i tre in coro —. Non potevamo stare con le mani in mano a goderci questa seconda vita senza fare nulla. Abbiamo provato con enti e istituzioni. Nessuno ci ha risposto e così abbiamo fatto da soli. Peccato che sia venuta giù troppa acqua questa estate».

La domenica tra i filari è iniziata alle 10 con un brindisi di benvenuto e la distribuzione delle magliette, poi il trasferimento nel vigneto. Vendemmia fino a mezzogiorno; poi in diretta, via scarpe e calze, rimboccati i pantaloni o alzate le gonne, i trapiantati sono andati a pigiare nella bigoncia piena di grappoli di uva rossa dalla quali esce un Bonarda da boutique. Medici e pazienti ce la mettono tutta: raccolta e quantità di mosto soddisfano i fratelli Brega. Dovrebbe esserci vino per quasi 800 bottiglie. Per le feste di fine anno saranno sulle tavole di cene e pranzi. Etichettate con il marchio dell’azienda e dell’associazione. Poi un lauto pranzo ben innaffiato, tanti ricordi, tante testimonianze, tanta gioia e occhi umidi. Il messaggio che passa è semplicissimo: «Ora sto bene. Qui siamo tutti miracolati. Noi che abbiamo vissuto due volte. Grazie doctor Max. Grazie ai donatori». Mamma Anna Sinelli di San Sebastiano Curone (Alessandria) guarda la figlia Betty Abbonato: le ha donato un rene. «Una cosa normale. Che c’è di strano». Se lo dice lei, c’è da crederle.

renato.vassallo@ilgiorno.net