Vaccino per il Covid-19: a Pavia 40mila i più fragili

Il presidente della Provincia di Lodi: sarebbe giusto che la distribuzione iniziasse dai territori che hanno subito gli effetti più devastanti

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Per sperare di tornare alla vita che facevamo prima del Covid, si guarda al vaccino. Ma con molte incognite a Pavia. La prima è legata ai numeri. Se infatti si potranno vaccinare un milione e 700mila italiani partendo dagli operatori sanitari che vengono a contatto con un numero di persone potenzialmente infetto, la provincia a grappolo d’uva avrebbe bisogno di cica 3.300 dosi per i dipendenti del San Matteo, altrettante per coloro che operano nelle strutture di Asst, poi ci sarebbero quanti lavorano in Maugeri che in tutto il gruppo ha 3.600 addetti, di cui 650 medici, al Mondino come alla clinica Città di Pavia. Ma non solo, si dovrebbero vaccinare i 450 medici di medicina generale, i 25 pediatri di libera scelta e tutti gli operatori delle 85 residenze per anziani. Il problema, quindi, non sarebbe trovare una sede idonea in cui somministrare i vaccini, ma repererire le dosi necessarie a coprire almeno le persone più a rischio per passare piano piano a tutto il resto della popolazione. E, tra i più fragili, rientrano anche gli over 65 che soltanto a Pavia sono 18mila ai quali in questo momento si sta facendo fatica a garantire il vaccino antinfluenzale. I medici di medicina generale non potranno prenotare ulteriori dosi di vaccino fino al 18 dicembre e non le avranno disponibili prima del 20. "Ormai in molti sono costretti a pagarli di tasca propria rivolgendosi ai privati - ha detto il consigliere regionale del Pd, Giuseppe Villani -. Le dosi sono insufficienti". Nel Lodigiano invece il presidente della Provincia, nonché sindaco di Codogno città simbolo dell’emergenza italiana della primavera, Francesco Passerini, lancia la proposta al Governo di iniziare con la distribuzione proprio dai presidi ospedalieri lodigiani. "Aspettiamo le direttive nazionali e regionali per capire come distribuire il vaccino anti-Covid – afferma –. Al momento non abbiamo comunicazioni ufficiali. Quello che posso chiedere è di iniziare a distribuire il vaccino dalla nostra provincia. Siamo il territorio che nella prima ondata ha subito in maniera devastante gli effetti del virus. Sarebbe bello iniziare la distribuzione da dove tutto è iniziato".

Manuela Marziani

Carlo D’Elia