Il Tso e poi la fuga: storia di Youns, ucciso a Voghera

L’inchiesta si allarga al passato clinico del 39enne freddato dall’assessore dopo l’aggressione. Oggi l’incarico ai periti balistici

Il luogo del delitto. Nel tondo a destra, l'assessore arrestato. A sinistra la vittima

Il luogo del delitto. Nel tondo a destra, l'assessore arrestato. A sinistra la vittima

Voghera (Pavia), 27 luglio - Era stato anche sottoposto a un trattamento sanitario obbligatorio, ma era scappato dal reparto di psichiatria dell’ospedale. Un episodio ancora da accertare, come tutta la ‘storia clinica’ di Youns El Boussetaoui, il 39enne marocchino ucciso nella serata di martedì scorso in piazza Meardi a Voghera. Nell’ambito delle indagini a carico del 47enne ex poliziotto, avvocato e assessore alla Sicurezza Massimo Adriatici, accusato di eccesso colposo di legittima difesa e ora ai domiciliari, la Procura avrebbe anche chiesto una serie di accertamenti sulla vittima. Già emersi i molti precedenti di polizia, più complesso è ricostruire gli eventuali ricoveri, soccorsi e cure. Più testimonianze lo hanno descritto come un soggetto problematico. E che "doveva essere aiutato" lo sostengono anche gli avvocati dei familiari.

L’interesse della Procura sarebbe quello di accertare la reale e potenziale pericolosità del soggetto che pur essendo la vittima tragicamente morta a seguito del colpo sparato dalla pistola di Adriatici, è stato comunque riconosciuto come il primo ad averlo aggredito. "Si evidenziano anche i precedenti vantati dalla vittima - scrive il Gip nell’ordinanza di convalida - così come descritti agli atti dagli operanti, anche per condotte violente e minacciose, unitamente alle ripetute molestie perpetrate dallo Youns la sera stessa del delitto, che avvalorano il fatto che l’indagato possa aver amplificato la propria percezione del pericolo, pur colposamente".

Oggi, intanto, è attesa la nomina di un tecnico da parte della Procura di Pavia per la perizia balistica. I difensori dell’indagato nomineranno a loro volta un perito: lo consente da modalità scelta per lo svolgimento delle verifiche, quella dell’accertamento irripetibile che deve avvenire in contraddittorio fra le parti. In seguito, i difensori si riserveranno di ricorrere al Riesame per valutare la messa in libertà di Adriatici. Nel frattempo, Voghera si prepara a due giorni di discussioni politiche: nel tardo pomeriggio di oggi è prevista la conferenza capigruppo organizzata apposta per trattare la vicenda, mentre domani pomeriggio alle 16 si terrà in modalità online il Consiglio comunale: la seduta è prevista per altri punti, ma è stato assicurato all’opposizione un momento iniziale per approfondire la circostanza relativa alle deleghe di Adriatici: al momento l’assessore risulta autosospeso, ma questo status formalmente non esiste come istituto giuridico e dunque le deleghe gli competono ancora. Ieri intanto il consigliere regionale Giuseppe Villani e il senatore Alan Ferrari (Pd) hanno chiesto le dimissioni della sindaca Paola Garlaschelli: "È la città che deve aprire un tavolo di dialogo, e la sindaca Garlaschelli doveva essere la prima a sedere a quel tavolo ma non ha fatto nulla per esserne all’altezza", affermando che "Voghera non può essere guidata da chi legittima la logica del Far West e della giustizia fai da te, siamo d’accordo con le minoranze consiliari: Garlaschelli deve rassegnare le dimissioni".