"Un impianto super tecnologico per un nuovo riutilizzo dei fanghi"

La Allevi chiede alla Regione il via libera in modo da limitarne il reimpiego in agricoltura

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di Manuela Marziani

Si potrebbe aprire un nuovo capitolo nel settore dello smaltimento dei fanghi biologici. L’azienda agricola Allevi, che opera da oltre quarant’anni nella lavorazione e nell’impiego in agricoltura di sottoprodotti e scarti organici di origine civile e agro-industriale ha infatti chiesto alla Regione di realizzare un impianto altamente tecnologico, che consentirà l’essicamento e il conseguente recupero tramite ossidazione termica dei fanghi, per limitarne il riutilizzo in agricoltura.

"La Regione, anche con il suo piano programmatico di gestione rifiuti – spiega la titolare Michela Allevi – ha più volte esplicitamente chiesto ai centri di trattamento di esaminare la possibilità di trasformare parte degli impianti, rivolti oggi alla produzione per il solo mondo agricolo, per valorizzare tramite trattamenti alternativi il recupero dei fanghi biologici di depurazione, riducendo così i quantitativi di biomasse distribuite su suolo agricolo. Il proliferare delle autorizzazioni allo spandimento, le limitazioni nel periodo invernale imposte alle operazioni di distribuzione in campagna e la diversa sensibilità delle varie aziende autorizzate al recupero dei fanghi ci hanno spinto a una scelta di campo: assecondare la richiesta della politica di trovare un’alternativa al solo riutilizzo per fini agronomici". La nuova iniziativa consentirà una diminuzione dei mezzi di trasporto, perché il futuro trattamento ridurrà del 75% la massa complessiva iniziale. Inoltre la futura linea avrà un impatto positivo sull’occupazione, anche con nuove assunzioni.