Voghera, l'assessore e lo sparo: "Abbiamo sentito tutto"

I gestori dei locali della piazza dove è stato ucciso il 39enne marocchino raccontano i momenti che hanno preceduto l’incontro con Adriatici

Voghera, la vittima e a destra l'assessore  Massimo Adriatici

Voghera, la vittima e a destra l'assessore Massimo Adriatici

Voghera, 22 luglio 2021 - La tragica nottata vogherese che si si è conclusa con la morte di Youns El Boussetaoui, 39enne marocchino irregolare e senza fissa dimora, e l’arresto dell’assessore alla Sicurezza Massimo Adriatici era iniziata come tutte le altre. Con i baristi al lavoro sia per servire i clienti sia per respingere le incursioni moleste dei non pochi che, come la vittima dell’omicidio, bazzicano in zona. «Lo avevo visto arrivare - racconta un barista riferendosi al 39enne poi ucciso - e mi ero messo davanti all’ingresso del dehor per impedirgli di entrare. Lui aveva cercato di aggirare la siepe e di entrare dall’altra parte, ma mi ero spostato bloccandolo una seconda volta e poi si era allontanato. Ero quindi rientrato nel bar quando ho sentito lo sparo. Un botto abbastanza debole, pensavo si trattasse di un petardo". Invece era il colpo di pistola che ha ucciso El Boussetaoui.

Cosa ci faceva l’assessore Adriatici in piazza Meardi? «È un assessore molto presente in città - dice lo stesso barista - Veniva spesso, sia da me che negli altri locali, ad ascoltare le nostre esigenze e anche le nostre lamentele. Siamo noi che lo interpellavamo sempre, per i problemi che abbiamo, e ci ascoltava, faceva da tramite anche con le forze dell’ordine, facendo arrivare le pattuglie della polizia quando necessario". Dopo ciò che è accaduto la notte scorsa in molti in città si chiedono se l’assessore durante i suoi giri di controllo girasse sempre armato. "Io non lo sapevo - risponde il barista - non posso sapere se una persona ha in tasca una pistola". In possesso di regolare porto d’armi, da ex poliziotto era stato addestrato a non estrarre la pistola se non in caso di estrema necessità. La pistola, regolarmente detenuta e portata, che Adriatici ha estratto è una Beretta modello 21H, calibro 22 “corta“: un’arma molto piccola, poco efficace come deterrente.

L’unico colpo sparato ha però colpito in pieno petto la vittima: il piccolo proiettile non è uscito dal corpo, le conseguenze non sembravano neppure così gravi, ma dopo circa un’ora dall’arrivo in ospedale a Voghera il ferito è morto. Nella ricostruzione dei fatti è stata confermata l’aggressione subita inizialmente dall’assessore, colpito con un pugno e uno spintone. Una tragica conclusione. Ma di episodi, come quello che hanno portato alla tragica conclusione se ne verificano molti in città, come ha confermato anche il comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Luciano Calabrò. Gli interventi delle forze dell’ordine per ubriachi molesti sono di routine anche in altri centri della provincia, anche se non viene considerata una vera e propria emergenza sicurezza.