Truffe del Covid: è boom di casi

In Lomellina tre anziani contattati nel giro di un’ora e mezza riescono fortunatamente a non cadere in trappola

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di Umberto Zanichelli

Ci hanno riprovato. Per l’ennesima volta. Ma anche in questa circostanza, così come nelle numerose che si sono verificate nei giorni scorsi, i truffatori non sono riusciti nel loro intento. La cosiddetta “truffa del Covid2 sembra non funzionare e questo anche grazie alla campagna di sensibilizzazione che da tempo ormai i carabinieri hanno avviato sull’intero territorio della provincia, destinata in modo particolare agli anziani che sono le vittime preferite di questo genere di malviventi. Nelle ultime settimane i tentativi di raggiro agli anziani hanno avuto come tema il Covid. A proporsi è stata quasi sempre una donna che, spacciandosi per la nipote della vittima, sosteneva di essere ricoverata e di avere urgente necessità di denaro per affrontare le onerose spese per la cura del virus. È stato così anche nel pomeriggio di venerdì. Tra le 16 e le 17.30 tre anziani di 76, 81 e 94 anni, due residenti a Vigevano ed un terzo a Gravellona, hanno ricevuto le telefonate di un uomo e di una donna, che nella circostanza si sono spacciati per i figli e che hanno chiesto loro, con la massima urgenza, la somma di 10 mila euro per affrontare la terapia dopo essere stati colpiti dal Covid-19. Una necessità così impellente da spingerli a non fare differenza tra denaro contante e il corrispettivo il oro. In nessun caso però l’azione dei malviventi ha avuto successo perché gli anziani hanno immediatamente interrotto la conversazione e si sono rivolti ai carabinieri. Proprio i militi dell’Arma, negli incontri che svolgono periodicamente con la cittadinanza, soprattutto anziana alla domenica dopo la Messa principale, non mancano di sottolineare da un lato che non esistono cure miracolose per avere ragione del virus e soprattutto che nel nostro Paese il servizio sanitario non è a pagamento e dunque ogni richiesta di denaro con quel fine è da considerarsi un tentativo di truffa.

Nei giorni scorsi a Lodi erano stati denunciati una bierorussa di 52 anni e un ucraino di 26 anni che, dopo aver contattatto una 92enne di Lodi sempre con la scusa del parente ammalato di Coronavirus, erano sotto la sua abitazione e stavano per impossessarsi di 2.700 euro in contanti e gioielli. Fortunatamente la donna, dopo la telefonata ricevuta, aveva chiamato i figli e avevano così capito che era in corso un tentativo di raggiro nei loro confronti. Hanno così avvertito la polizia che ha fermato i malviventi.