Pavia, viaggi-fantasma con i veleni: i traffici della banda dei rifiuti

Dai verbali nuovi particolari

I carabinieri della Forestale delimitano un’area

I carabinieri della Forestale delimitano un’area

Corteolona (Pavia), 13 ottobre 2018 - Due carichi al giorno, preferibilmente di notte, con documentazione falsa a bordo. Plastica e carta stipate sui tir e trasportate illecitamente dalla sede della Corsico Rottami nell’hinterland milanese al deposito abusivo del Pavese poi andato a fuoco il 3 gennaio 2018. Un affare da più di un milione di euro, come accertato dai carabinieri forestali di Milano e Pavia e ricostruito nell’ordinanza di custodia cautelare del gip Alfonsa Maria Ferraro. Negli atti dell’indagine, ci sono pure i verbali di alcuni dei personaggi coinvolti a vario titolo nei traffici illegali: dai conducenti dei camion utilizzati per trasferire i rifiuti da Corsico a Corteolona-Genzone al presunto deus ex machina, il 40enne Riccardo Minerba.

Verbali utilissimi a delineare il modus operandi dell’organizzazione smantellata dagli investigatori dell’Arma. Il 9 gennaio 2018, a una settimana dal rogo doloso del magazzino, è un autista della 3L Trasporti srl, la ditta bresciana guidata dall’arrestato Luca Liloni, a spiegare come funzionava il sistema: «I carichi dei rifiuti della ex Cartaria (Morandi, ndr) di Cesano Boscone venivano caricati sui semirimorchi. Una volta carichi, stavamo un po’ fermi nel piazzale davanti alla metro di Corsico e poi noi nella notte, verso le 4-5 del mattino, andavamo a scaricare a Corteolona-Genzone e quindi tornavamo a Corsico a caricare verso le 7 del mattino». Non solo plastica e carta, però. Il particolare, peraltro già evidenziato dai rilievi di vigili del fuoco e Arpa sul luogo dell’incendio, emerge dalle dichiarazioni rese da Liloni il 9 gennaio: «Nel mese di ottobre (2017, ndr), presso il capannone di Corteolona e Genzone, nel periodo dal 15 a fine mese, ho effettuato tre trasporti, due di rifiuti edili (calcinacci) e uno prevalentemente di ferro». Per conto di chi ha effettuato quei viaggi? «Su commessa di Riccardo Minerba». I tragitti? «Il materiale ferroso – risponde Liloni ai militari – l’ho caricato presso un cantiere edile sito nel Comune di Arosio (in provincia di Como, ndr), nell’occasione mi ha accompagnato sul posto Riccardo Minerba, mentre le lastre di plastica e i calcinacci li ho caricati nella zona di Milano, nei pressi di Corsico-Gaggiano, presso un capannone che il Minerba mi ha riferito essere di sua proprietà, anche in quest’occasione sono stato accompagnato sul posto dal Minerba».

Viaggi-fantasma, non censiti nei documenti sequestrati alla 3L Trasporti: il registro di carico-scarico rifiuti non è stato più compilato dal 9 maggio 2017 in avanti; e i formulari rifiuti relativi ai trasporti dall’ex Cartaria alla Corsico Rottami nel periodo 2 novembre-23 dicembre 2017 «si riferiscono tutti a viaggi effettuati in giornate diverse da quelle dei conferimenti di rifiuti presso il sito abusivo di Corteolona e Genzone». A ricostruire, solo parzialmente, il meccanismo è proprio Minerba, nel corso dell’interrogatorio del 12 febbraio 2018: «Preciso – la premessa del 40enne ora in carcere – che tutto il materiale che abbiamo prelevato presso la ex Cartaria Morandi è stato conferito nella ditta Corsico Rottami, il cui socio gestore era tale Delcaiso Alessandro (Alessandro Del Gaizo, finito a sua volta ai domiciliari, ndr). Solo successivamente abbiamo effettuato almeno 15 trasporti di carta e plastica (almeno 80 per gli inquirenti, ndr) dalla Corsico Rottami al capannone di Genzone. In questi ultimi casi non abbiamo effettuato formulari, poiché non autorizzati al trasporto». Ecco l’escamotage: «Per aggirare l’ostacolo – ammette ancora Minerba – stilavamo alcuni formulari indicando quale destinazione la ditta “Brema srl” con sede a Milano, poi fallita da qualche tempo. Una volta a destinazione, i formulari li distruggevamo, poiché venivano utilizzati solo in caso di controllo da parte delle forze di polizia durante il tragitto».