Vigevano, disperso nel Ticino "La corrente ha portata via Tony"

Il racconto dell’amico superstite dopo l’avaria nel fiume: "Era aggrappato a un ramo che si è spezzato"

Le ricerche di Antonio Carini, disperso nel Ticino

Le ricerche di Antonio Carini, disperso nel Ticino

Vigevano (Pavia), 15 novembre 2019 - Un’altra giornata senza riscontri. Ieri a una decina di giorni dalle ultime ricerche, i vigili del fuoco sono tornati sulle sponde del Ticino per cercare Antonio Carini, l’uomo di 48 anni disperso nel fiume dallo scorso 27 ottobre. Le attività, che si sono concentrare sulle sponde e in un punti di accumulo di tronchi e rami in prossimità del Canale Vecchio, una diramazione del Ticino, si sono interrotte prima che calasse il buio senza riscontri.

Ormai le speranze di ritrovare vivo l’uomo sono pressoché nulle. L’imbarcazione sulla quale si trovava con un amico ha avuto un’avaria al motore e la corrente l’ha spinta contro un albero e l’ha fatta rovesciare. «Quell’albero qualche giorno prima non c’era, lo ha portato la piena – racconta il sopravvissuto, 39 anni, di Gambolò – Io sono riuscito a saltare e a salirci sopra; Tony si è aggrappato ad un ramo che però si è spezzato». La corrente, molto forte in quel punto, se lo è portato via. «Ma io l’ho visto galleggiare – prosegue nel suo racconto l’amico – almeno sino a quando il Canale Vecchio fa una curva. Lì l’ho perso di vista. A quel punto ho dovuto pensare a me: a fatica ho raggiunto la sponda dalla quale ho chiesto aiuto per tre ore prima di essere sentito e tratto in salvo. Ho sperato tanto che anche Tony fosse riuscito a fare altrettanto. Ma le ricerche non hanno dato esito».

Al momento dell’incidente Antonio Carini indossava un giubbotto rosso e degli stivali corti. Proprio quelli potrebbero essere stati l’ostacolo principale tra lui e la salvezza. Chi frequenta il fiume sa che in caso di caduta in acqua diventano una zavorra spesso troppo pesante da vincere. «Resta il fatto che quella domenica siamo usciti in due e sono tornato solo io – continua il superstite – Io e Tony eravamo molto amici, per me questo è un peso enorme.  Appena ho tempo prendo la canoa e torno nel punto dell’incidente: non so bene a fare cosa, ma almeno mi sembra di fare qualcosa per cercare il mio amico. Ora il fiume è sceso molto, ben oltre un metro da quella domenica. Nei giorni scorsi ho recuperato la barca. E continuo a non spiegarmi dove possa essere finito il mio amico; sono pressoché certo che la corrente non l’ha portato più a valle. Ma di lui non si trova ancora traccia».