Pavia, solo il caso ferma la mattanza dell’ex

Voleva ammazzare la moglie che lo ha lasciato e poi togliersi la vita

Polizia (foto di repertorio)

Polizia e Squadra Mobile 113 intervento indagini.

Pavia, 9 gennaio 2019 - Se non fosse stata al telefono col nuovo compagno proprio mentre l’ex marito l’ha aggredita, forse si sarebbero poi trovati due cadaveri. Il sospetto della polizia è, infatti, che l’uomo avesse pianificato un omicidio-suicidio. Una tragedia sventata, grazie alle precauzioni che la donna aveva preso negli ultimi tempi, da quando l’ex marito, dal quale è separata dallo scorso aprile, dopo un periodo di lavoro all’estero, era tornato a importunarla. La ricostruzione di quel che è accaduto lunedì pomeriggio in viale della Libertà a Pavia s’è conclusa solo in tarda serata con l’arresto dell’ex marito, per una vicenda ben più grave di quanto apparso nell’immediatezza dei soccorsi.

Le ambulanze e le pattuglie della polizia erano intervenute poco dopo le 14.30 in viale della Libertà, trovando l’uomo che stava danneggiando la Fiat Panda della ex moglie, in evidente stato di alterazione psicofisica, provocata dall’assunzione di farmaci, che gli hanno anche provocato un malore per il quale è finito in ospedale. Al termine degli accertamenti della squadra mobile, Antonio Spadea, 62 anni, originario della Calabria, residente a Milano ma domiciliato a Pavia, è stato arrestato, piantonato in ospedale in attesa di essere portato in carcere, per sequestro di persona, lesioni aggravate, minacce, detenzione e porto di arma clandestina e danneggiamento.

La donna, infermiera di 49 anni, lunedì, al rientro dal lavoro mentre era al telefono con il nuovo compagno si è trovata l’ex coniuge sotto casa. L’uomo l’ha sorpresa alle spalle, minacciata con una pistola Beretta calibro 765 con la matricola abrasa e poi costretta a entrare nel palazzo, trascinandola sull’ascensore, dove l’ha ammanettata ai polsi e imbavagliata con del nastro adesivo. Nel frattempo il nuovo compagno, troncata improvvisamente la conversazione telefonica con le urla della donna, s’è precipitato sul posto. Arrivato alla porta s’è spacciato per poliziotto, riuscendo così a farsi aprire dalla donna, trovata non solo ammanettata e imbavagliata, ma anche col volto sanguinante (in pronto soccorso le hanno poi riscontrato le fratture al setto nasale e al dito di un piede, per una prognosi di 30 giorni). L’aggressore, che si era rifugiato in bagno, appena ha capito che non erano poliziotti, è uscito, ha cercato di aggredire il rivale ma è stato spintonato fuori dall’appartamento. A quel punto, è sceso in strada e si è accanito contro l’auto della ex. Fino all’arrivo della polizia.