Tasse universitarie troppo care, la denuncia pavese arriverà in Parlamento

Intanto l’ateneo ha approvato i rimborsi per chi fa tirocini lontani dalla sede di facoltà

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Arriverà in Parlamento la denuncia presentata dal Coordinamento per il diritto allo studio sulla tassazione studentesca dell’Università di Pavia, la sesta più elevata d’Italia. Dopo aver vinto il ricorso sui contributi del 2013, nei mesi scorsi ne è stato presentato un altro e il ministro Maria Cristina Messa si è detta disponibile a lavorare sul problema. "È una tassazione fuori legge - dice Simone Agutoli (foto) del Coordinamento -. L’ateneo pavese chiede complessivamente agli studenti 29,7 milioni di euro, ma ne potrebbe esigere soltanto 27,3 pari al 20% delle risorse ricevute dallo Stato. Abbiamo chiesto l’apertura di un tavolo di riforma del modello per abbassare i contributi richiesti agli studenti". In attesa che si trovi una soluzione, sono stati approvati i rimborsi per gli studenti che svolgono un tirocinio lontani dalla sede universitaria.

L’anno scorso, infatti, il Consiglio di amministrazione dell’Università di Pavia ha creato un fondo da 147mila euro da ripartire tra gli studenti che abbiano svolto tirocini formativi ad almeno 30 chilometri di distanza. Gli studenti idonei potranno quindi usufruire di una borsa di studio (minimo 200 euro e massimo 400), al lordo della ritenuta Irap del 8,5% versata dall’Ente per il diritto allo studio. Il bando sarà valido per chi ha svolto in presenza tirocini di almeno 6 crediti formativi, che dovranno essersi conclusi entro la data di chiusura del bando e saranno riferiti esclusivamente agli anni accademici 20202021 o 20212022. E da oggi il cortile teresiano “liberato“ dalle auto avrebbe dovuto ospitare il CultFest, un festival culturale molto vario organizzato dal Coordinamento per promuovere artisti locali. Ma difficoltà burocratiche hanno portato a un rinvio a data da destinarsi. Manuela Marziani