"Non entriamo in ospedale da dicembre 2019": i futuri medici protestano a Pavia

Studenti del quinto anno contro l’ateneo: "Non è stata prevista la vaccinazione per noi studenti, che quindi non possiamo andare in reparto"

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Pavia, 26 febbraio 2021 - Hanno 'occupato' i marciapiedi di Strada Nuova indossando il camice per dire che vorrebbero prepararsi a essere dei bravi medici. Hanno protestato ieri mattina gli studenti in medicina e chirurgia che frequentano i corsi in italiano e in inglese. "Non entriamo in ospedale dal dicembre 2019 – ha detto Edoardo Brogiolo, studente del 5° anno e portavoce dei suoi colleghi – Durante tutto l’anno scorso molti di noi studenti hanno fatto del loro meglio per mitigare gli enormi danni che la pandemia ha arrecato al progresso accademico e professionale degli studenti di medicina di Pavia. Fin dall’inizio abbiamo avuto l’impressione che la decisione della facoltà di penalizzare i suoi studenti sia stata inappropriata e sbagliata; la medicina non può essere imparata solo sui libri e su simulazioni virtuali, è un processo di apprendimento basato sul tirocinio pratico e sul tutoraggio". 

Altri atenei italiani hanno deciso di riprendere l’attività in sicurezza e dopo aver vaccinato gli studenti, a Pavia invece non se ne parla. "Senza aver preparato un piano d’emergenza, il dipartimento è ricorso alla soluzione originale di penalizzare gli studenti – hanno aggiunto i futuri medici – in un rimpallo di responsabilità tra l’Università e il San Matteo". L’idea di una protesta è partita da uno studente israeliano che non ha potuto fare a meno di notare le differenze tra il suo Paese e il nostro. "In Israele – ha spiegato lo studente – chi studia medicina è stato vaccinato per primo come accaduto agli operatori sanitari. A Pavia, nonostante le direttive della Regione lo impongano, chi studia medicina non ha ricevuto il vaccino. Lo potrà avere quando dovrà entrare in reparto, peccato che non lo possa fare". 

Una situazione kafkiana alla quale non sfuggono neppure i 76 studenti del sesto anno che hanno avuto il via libera per il tirocinio. "Nemmeno loro sono stati messi in lista per la somministrazione, a garanzia di una sicura frequentazione dell’ospedale – hanno proseguito gli studenti – Ci sembrano vuote quindi le declamazioni dell’università di aver vaccinato ben 800 studenti, dei quali 300 dei corsi di specializzazione, quindi già medici laureati che lavorano per l’ospedale, e i rimanenti 500 infermieri, ostetrici e tecnici di laboratorio. Anche loro devono essere vaccinati quanto noi, se non di più. Oggi il terzo e quarto anno dei corsi di medicina e chirurgia si vede totalmente precluso l’accesso alle corsie ospedaliere (i primi certamente fino a fine anno accademico, i secondi sibillinamente almeno "fino a quando saremo usciti dallo stato di emergenza"), mentre il quinto anno attende ancora informazioni più dettagliate su una pianificazione futura del tirocinio curricolare". 

Nel frattempo, la Prefettura ha comunicato che all’istituto Santa Margherita di Pavia, come pure a Vigevano e a Voghera sono cominciate le vaccinazioni delle forze dell’ordine e le inoculazioni proseguiranno finché tutto il personale sarà stato vaccinato. Nella zona rossa di Mede, invece, in accordo con Ats si sta mettendo a punto la procedura di censimento delle persone tra i 50 e 79 anni per reperirne i numeri di telefono e inserirli nel portale che si sta creando, in modo da iniziare le vaccinazioni da martedì 2. Sono 1.559 le dosi di AstraZeneca che saranno utilizzate per chi ha dai 50 ai 65 anni e 1.108 le dosi Pfizer per chi ha tra i 66 e i 79 anni. In attesa di un’immunizzazione di massa, però, continuano ad aumentare i ricoveri al San Matteo. I dati forniti ieri e riferiti a mercoledì parlano di 94 pazienti (il giorno prima erano 86) dei quali 27 in terapia intensiva (erano 25) e 10 in assistenza respiratoria (11). Nelle ultime 24 sono stati 13 i nuovi ricoveri, 5 i pazienti dimessi e nessun deceduto.