Garlasco, studente ha l’Asperger: voto "3+". Mamma contro la scuola

Voto bassissimo nella verifica "Umiliante, altro che integrazione. O arrivano delle vere scuse o scrivo a Mattarella e Azzolina"

Alessandro accanto alla mamma Paola Azzalin, di fronte alla scuola che frequenta

Alessandro accanto alla mamma Paola Azzalin, di fronte alla scuola che frequenta

Garlasco (Pavia), 16 ottobre 2020 - A tutti a scuola sarà capitato di prendere un’insufficienza, ma a pochi probabilmente è successo di ritrovarsi un “3+“ scritto su una verifica. Perché è difficile recuperare un voto simile, ma rischia di diventare ancora più difficile se lo studente è affetto da sindrome di Asperger, un disturbo dello spettro autistico "ad alto funzionamento" e un’insufficienza tanto grave rischia di far nascere un pessimo rapporto tra il docente e lo studente. Per questo la madre di Alessandro, quindicenne che frequenta il secondo anno di un corso per operatore grafico multimediale tenuto dalla fondazione Le Vele e finanziato dalla Regione, ha intenzione di rivolgersi a un avvocato. "Alessandro ha un quid in più rispetto agli altri ragazzi, ma bisogna saperlo prendere – ha detto la mamma, Paola Azzalin –. Alcune materie lo appassionano, altre per nulla. Ad esempio ha problemi a disegnare e quando si è trovato una verifica a sorpresa di geometria, mio figlio ha trovato il coraggio di scrivere “credo siano degli angoli acuti, ma non sono capace disegnare“. Sarebbe bastato metterlo a un computer, invece gli è stato dato quel voto".

Alessandro, che è seguito dal Gaslini di Genova e da un’insegnante privata, in alcune materie va molto bene e in altre ha la sufficienza. "L’anno scorso – ha proseguito la mamma – avrebbero voluto dargli un debito in comunicazione, poi hanno rettificato. Purtroppo l’insegnante di sostegno che ha non è entrato in empatia né con lui né con gli altri 4 o 5 ragazzi disabili". A causa di quel voto, il ragazzo ha passato la notte insonne, di conseguenza la madre la mattina seguente è andata a scuola a chiedere spiegazioni. "Non sono riuscita a parlare con il professore – ha continuato la donna –, ma con l’insegnante di sostegno. Mi ha detto che “è giusto che Alessandro prenda quei voti e che ne prenderà ancora. Poi migliorerà“". La dirigente della scuola, invece, ha difeso il docente e sostenuto che "mio figlio si deve impegnare di più perché è un ragazzo intelligente e ben integrato. Perché umiliarlo così? Per mio figlio la scuola percepisce dalla Regione 4.500 euro. O restituiscono i soldi e allora lo ritiro, o Alessandro rimane seduto nel suo banco, ma ci devono delle scuse e questi episodi non si devono verificare più. Per Alessandro io andrò ovunque, scriverò al ministro Azzolina e al presidente della Repubblica. Io non mi vergogno di mio figlio".