Strangolò Lidia dopo un litigio Il killer rimane a bocca chiusa

Il reo confesso Alessio Nigro ieri in Tribunale a Pavia ha scelto di non sottoporsi all’esame della Corte

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di Nicoletta Pisanu

Alessio Nigro, 28enne a processo per l’omicidio dell’ex compagna Lidia Peschechera, 49 anni, ha scelto di non sottoporsi all’esame. Ieri in Tribunale a Pavia si è tenuta un’udienza nell’ambito del dibattimento in Corte d’Assise per la morte della donna, strangolata il 12 febbraio 2021. Sono stati sentiti alcuni testimoni, conoscenti dell’imputato che hanno raccontato dei rapporti che avevano intrattenuto con lui negli anni e delle difficoltà di Nigro, come l’abuso di alcol e un periodo trascorso vivendo per strada.

L’esame dell’imputato dunque non è stato fatto. "Il mio assistito aveva già rilasciato dichiarazioni nell’ambito dell’interrogatorio di garanzia, descrivendo come si erano svolti i fatti", commenta il difensore Giovanni Caly. La Corte ha quindi rinviato l’udienza al 1° luglio, quando si terrà la discussione. Sono attese quindi anche le richieste dell’accusa, oltre che l’arringa difensiva e le richieste delle parti civili. Nigro aveva ammesso il delitto sin da subito. Il giorno dell’omicidio aveva mancato un appuntamento a Treviglio dove era atteso per una visita al fine di risolvere il problema dell’alcol, ma sembra che in treno si fosse addormentato. Era quindi rientrato a Pavia, a casa di Lidia Peschechera, e aveva avuto un litigio con lei: l’aveva uccisa, poi era rimasto nell’appartamento alcuni giorni con il corpo della vittima per poi fuggire a Milano, dov’era stato bloccato dalle forze dell’ordine. Gli era stato contestato, oltre all’omicidio, anche l’utilizzo indebito della carta di credito di Peschechera, con l’accusa che se ne sarebbe servito per un acquisto.

Durante il processo in Corte d’Assise, oltre ai testimoni sono stati sentiti anche esperti che hanno svolto perizie psichiatriche per accertare la capacità di Nigro di intendere e la sua lucidità al momento del fatto, con risultati contrastanti. Ieri davanti al Palazzo di giustizia si sono radunate le attiviste dell’associazione “Non una di meno“ contro la violenza sulle donne, come già durante le precedenti date del procedimento.