Alcuni dei senzatetto che passano la notte alla stazione di Pavia (Torres)

di Manuela Marziani Qualche coperta e il pavimento come materasso. Passano la notte così i clochard che dormono in stazione che, contrariamente alle aspettative, anche l’altra sera sono rimasti nell’atrio. Non è stata chiusa la stazione, però dopo gli episodi che si sono verificati altrove, per garantire l’ordine pubblico, in tutta la Lombardia dalle 2 alle 4 le stazioni resteranno chiuse. Per far fronte all’emergenza senzatetto, il Comune e le associazioni cittadine quotidianamente impegnate (Caritas, Comunità di Sant’Egidio, Casa del Giovane, Croce Rossa, Associazione Piccolo Chiostro e Ronda della Carità) stanno lavorando insieme per trovare nuovi posti letto nelle strutture. Se ne è discusso ieri al Tavolo delle fragilità presieduto dal sindaco Fabrizio Fracassi che ha annunciato d’aver ampliato il dormitorio comunale di via san Carlo mettendo a disposizione cinque posti, mentre altri quattro saranno garantiti dalla Caritas se saranno recuperati i materassi e le coperte. Considerando che il numero di coloro che rischiano di restare senza un tetto di notte in seguito alla chiusura della stazione oscilla tra 10 e 15 persone, l’emergenza potrebbe rientrare.  Già nelle prossime ore verranno avviati colloqui e controlli medici (a partire dai tamponi per il Covid) per verificare chi può accedere alle strutture. Ma c’è la resistenza di chi non accetta di sottostare alle regole previste in un dormitorio, come non bere alcolici e rispettare gli orari di ingresso. Un uomo sorpreso a dormire sulla panchina vicino alla statua della Lavandaia, siccome in stazione non voleva stare e nei dormitori non c’era posto, è stato portato al pronto soccorso. "Purtroppo ci sono molte persone che bevono e non possono essere accolti dai dormitori" hanno detto i volontari. Antonella, invece, è una solitaria e non va in stazione, ha trasformato le pensiline degli autobus nel suo riparo per la notte. "Affidiamo a una guardia privata il controllo della stazione in modo da tenerla aperta dalle 2 alle 4. Potremmo pagarla noi per questo periodo invernale, sino a marzo, autotassandoci" hanno proposto i rappresentanti di alcune associazioni presenti al Tavolo. "Prima vediamo quanti senzatetto saremo in grado di accogliere nelle nostre strutture - ha risposto il sindaco che è venuto a conoscenza del provvedimento solo il 31 dicembre -. Non vorremmo, infatti, che la riapertura notturna della stazione, grazie alla presenza di controlli, favorisse l’arrivo a Pavia di senzatetto da altre parti della Lombardia, creando ulteriori problemi".

Cronaca

di Manuela Marziani
Qualche coperta e il pavimento come materasso. Passano la notte così i clochard che dormono in stazione che, contrariamente alle aspettative, anche l’altra sera sono rimasti nell’atrio. Non è stata chiusa la stazione, però dopo gli episodi che si sono verificati altrove, per garantire l’ordine pubblico, in tutta la Lombardia dalle 2 alle 4 le stazioni resteranno chiuse. Per far fronte all’emergenza senzatetto, il Comune e le associazioni cittadine quotidianamente impegnate (Caritas, Comunità di Sant’Egidio, Casa del Giovane, Croce Rossa, Associazione Piccolo Chiostro e Ronda della Carità) stanno lavorando insieme per trovare nuovi posti letto nelle strutture. Se ne è discusso ieri al Tavolo delle fragilità presieduto dal sindaco Fabrizio Fracassi che ha annunciato d’aver ampliato il dormitorio comunale di via san Carlo mettendo a disposizione cinque posti, mentre altri quattro saranno garantiti dalla Caritas se saranno recuperati i materassi e le coperte. Considerando che il numero di coloro che rischiano di restare senza un tetto di notte in seguito alla chiusura della stazione oscilla tra 10 e 15 persone, l’emergenza potrebbe rientrare. 
Già nelle prossime ore verranno avviati colloqui e controlli medici (a partire dai tamponi per il Covid) per verificare chi può accedere alle strutture. Ma c’è la resistenza di chi non accetta di sottostare alle regole previste in un dormitorio, come non bere alcolici e rispettare gli orari di ingresso. Un uomo sorpreso a dormire sulla panchina vicino alla statua della Lavandaia, siccome in stazione non voleva stare e nei dormitori non c’era posto, è stato portato al pronto soccorso. "Purtroppo ci sono molte persone che bevono e non possono essere accolti dai dormitori" hanno detto i volontari. Antonella, invece, è una solitaria e non va in stazione, ha trasformato le pensiline degli autobus nel suo riparo per la notte. "Affidiamo a una guardia privata il controllo della stazione in modo da tenerla aperta dalle 2 alle 4. Potremmo pagarla noi per questo periodo invernale, sino a marzo, autotassandoci" hanno proposto i rappresentanti di alcune associazioni presenti al Tavolo. "Prima vediamo quanti senzatetto saremo in grado di accogliere nelle nostre strutture - ha risposto il sindaco che è venuto a conoscenza del provvedimento solo il 31 dicembre -. Non vorremmo, infatti, che la riapertura notturna della stazione, grazie alla presenza di controlli, favorisse l’arrivo a Pavia di senzatetto da altre parti della Lombardia, creando ulteriori problemi".

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