Pavia, il sindaco: "Ripartiremo più forti"

Primo anno di mandato per Fabrizio Fracassi: la riqualificazione delle aree dismesse ci porterà il rilancio

Il sindaco Fabrizio Fracassi, 62 anni

Il sindaco Fabrizio Fracassi, 62 anni

Pavia, 29 maggio 2020 -  Un anno fa Fabrizio Fracassi tornava in Consiglio comunale e lo faceva indossando la fascia tricolore. "Un anno così non poteva aspettarselo nessuno - dice -, ma noi amministratori veniamo eletti per risolvere i problemi. Non temo la responsabilità, la cosa che proprio non riesco a superare è la tristezza per quelli che non ce l’hanno fatta. Ricevo giornalmente report su contagi e decessi con il timore di incappare in un amico. Vado avanti con l’affetto familiare, il sostegno dei miei concittadini e tanto lavoro".

Al primo punto del suo programma c’era il decoro urbano. Tutto rinviato? "Ci sono state delle difficoltà, è innegabile. Abbiamo però garantito la continuità dei servizi essenziali e non è stato facile. Aspetti come la cura del verde sono incorsi in inevitabili rallentamenti. Adesso stiamo cercando di recuperare con soluzioni innovative, come le sponsorizzazioni private del verde pubblico o una campagna nazionale per il contrasto dei mozziconi di sigaretta. La pulizia della città resta una delle nostre priorità".

Economicamente la situazione è grave. "Abbiamo cercato di salvaguardare il lavoro. Siamo stati tra i primi, a livello nazionale, ad aver riaperto i mercati. Abbiamo anche trovato una difficile sintesi tra la necessità di riaprire di baristi e ristoratori e quella della collettività di essere difesa dal virus. Inoltre abbiamo promosso con continuità una raccolta alimentare. Ora la speranza è di tornare al più presto alla normalità. Abbiamo scelto di non rinunciare agli investimenti in lavori pubblici. Passata la tempesta, sarà la carta vincente".

Ex Necchi, aree dismesse, mobilità, opere pubbliche: da che cosa ripartirà Pavia? "Da ognuno di questi punti. Prima della crisi avevamo chiuso il bilancio con 15 milioni di avanzo. La metà dovrà essere impiegata per tamponare le conseguenze dell’emergenza, l’altra metà sarà investita".

Come guarda al secondo anno di mandato? "Vorrei fosse più “normale“ per portare avanti con forza i progetti, a partire dalle riqualificazioni delle aree dismesse, potenziali strumento di rilancio, creando lavoro e diffondendo bellezza. I nostri uffici non hanno mai smesso di progettare. C’è un tempo per la semina e uno per il raccolto. Con ogni probabilità, sarà ancora un anno di semina. Ma voglio vedere i primi germogli".