Siccità: i ghiacciai spariscono, le risaie hanno sete

La siccità s’impone sulle nevi in quota, poi sui torrenti dei rilievi d’Oltrepo e infine asciuga fiumi e laghi. Colture ormai sotto stress

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Pavia - Risaie a secco per l’acqua che manca dai laghi ai fiumi. La situazione è grave in tutta la pianura lombarda, ma il peggio "riguarda la pianura risicola tra la provincia di Pavia e quella di Lodi", spiega Legambiente Lombardia nel report sulla crisi idrica. Ma "non va meglio sui rilievi appenninici dell’Oltrepò – prosegue l’ente lombardo – dove i torrenti sono in secca e in diversi centri della Valle Staffora si sta iniziando a razionare la fornitura idrica", come già era avvenuto in passato, a luglio e agosto. Quest’anno oltre alla pioggia è mancata anche la neve invernale, con il risultato dell’"assenza di rifornimento dei bacini alpini – spiega ancora Legambiente – che in questo periodo dovrebbero beneficiare ancora delle acque del disgelo: la neve quest’anno è invece da tempo scomparsa anche dalle quote più alte, e con il caldo che spinge lo zero termico ad altitudini superiori ai 4mila metri, ciò che sta fondendo, con un anticipo di un mese e mezzo, sono le nevi e i ghiacci ormai non più perenni. In ogni caso di tratta di apporti largamente insufficienti a far fronte alla sete dei campi".

Da lunedì il Consorzio del Ticino, che regola il lago Maggiore, ha ridotto del 50 per cento le "portate concessionate alle utenze", come riferito dal Consorzio Est Ticino Villoresi, che ha a sua volta dovuto ridurre le derivazioni del Naviglio Grande (a 24 mc/s rispetto ai 64 di competenza), mantenendo quelle del Canale Villoresi a 35 mc/s (su 55 di competenza) almeno fino alla prossima domenica, per consentire il termine della turnazione già in cors o. E se da giovedì la decisione dei gestori degli invasi idroelettrici – sollecitata dall’assessore regionale alla Montagna Massimo Sertori, insieme ai Consorzi di bonifica lombardi – di rilasciare 4 milioni di metri cubi al giorno per il bacino dell’Adda e 900mila metri cubi al giorno per il bacino dell’Oglio è stata salutata con soddisfazione dagli agricoltori delle relative zone, per il Pavese si devono attendere le sollecitazioni alle autorità svizzere per valutare i rilasci dei produttori idroelettrici elvetici in favore del bacino del Ticino. E non va meglio nell’Est Sesia, tra il Piemonte e la Lombardia occidentale, con le risaie della Lomellina: "Riscontriamo una riduzione dell’apporto idrico tra l’85 e il 90% – dice Mario Fossati, direttore del Consorzio di Bonifica dell’Est Sesia, il più grande d’Italia – Operiamo cioè con il 15 per cento di quanto necessiterebbe. E in alcune zone della Lomellina si è già allo stress idrico per le colture risicole". «Quello che da anni si paventava per il futuro – chiosa Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – oggi sembra già essere diventato una realtà".