Servizi di pulizia, stangata del Tar: "Basta affidamenti diretti ad Asm Pavia"

Il Consiglio di Stato dà ragione alla Pizzamiglio contro il rinnovo in house del servizio rifiuti deciso dal Comune di Bereguardo

Gabriele Pizzamiglio, responsabile tecnico della srl che ha vinto il ricorso

Gabriele Pizzamiglio, responsabile tecnico della srl che ha vinto il ricorso

Pavia, 20 novembre 2019 - I 39 Comuni della provincia, soci di Asm Pavia, non potranno affidare direttamente alla loro azienda la gestione dei rifiuti solidi urbani e la cura del verde. Lo dispone la sentenza pronunciata il 12 novembre dal Consiglio di Stato sul ricorso presentato dalla Pizzamiglio srl nei confronti del Comune di Bereguardo, che l’anno scorso, alla scandenza del contratto, aveva deciso di affidare il servizio rifiuti per 7 anni ad Asm senza passare attraverso una gara. Un affidamento in house, perché Bereguardo è tra i Comuni soci dell’ex municipalizzata. Difesa dall’avvocato Stefano Sonzogni, l’azienda di Siziano, nata 55 anni fa, che opera in 12 Comuni del Pavese e in molti del Lodigiano, ha chiesto l’annullamento dell’affidamento diretto. E in Appello ha ottenuto ragione "per mancanza dei requisiti necessari per l’affidamento del servizio secondo il modello in house". "La legge consente l’affidamento diretto – ha spiegato l’avvocato Sonzogni – quando ricorrono requisiti e criteri che Asm Pavia non rispetta".

A pesare in particolare è la piccola partecipazione societaria (8%) che via Donegani ha all’interno di Lgh, holding con un fatturato di milioni di euro a capo di numerose società operative che agiscono nel libero mercato sull’intero territorio nazionale. "Sulla base dell’impegno in Lgh – ha aggiunto il legale della Pizzamiglio – e al fatturato della controllata, che è superiore a quello della controllante, secondo i giudici amministrativi, Asm Pavia si presenta con una vocazione commerciale, per cui deve giocare alla pari con gli altri partecipando alle gare". Non può avere una corsia preferenziale contando sulla partecipazione societaria dei piccoli Comuni. E già per il rinnovo della gestione del servizio di raccolta dei rifiuti di Bereguardo che ora, dopo la decisione del Consiglio di Stato, è stato annullato e dovrà essere rifatto. Anche eventuali nuovi affidamenti diretti dei Comuni soci non si potranno più fare o non potranno essere rinnovati. "Il rischio – ha proseguito l’avvocato Sonzogni – è che anche gli affidamenti in essere possano decadere in base a una norma della legge Madia, ma questo è ancora tutto da vedere. Di certo, man mano che gli affidamenti andranno a scadere, non saranno legittimi i rinnovi".

Le amministrazioni civiche dovranno andare a gara. "Ma non è negativa la gara – ha sottolineato l’avvocato –. Se non ci sono aspetti corruttivi e si lavora bene, la gara è una normale concorrenza; 70 punti su 100 sono attribuiti alla qualità dei servizi, quindi le aziende devono lavorare bene. E Pizzamiglio, che è affettivamente legata al territorio, si comporta con il buon senso di un padre di famiglia". La “guerra“ tra Asm e Pizzamiglio va avanti dal 1995 e al centro della disputa ci sono da sempre gli affidamenti diretti. "I Comuni – ha proseguito Gabriele Pizzamiglio, responsabile tecnico della società fondata da Andrea, prima come azienda artigianale e successivamente trasformata in Società a responsabilità limitata, che conta 35 dipendenti e gestisce servizi di igiene urbana – hanno sempre sostenuto di voler puntare sull’affidamento in house per evitare che sul territorio operassero società terze e si creasse un certo allarmismo anche a livello occupazionale. Ma è infondato. Se Asm dovesse perdere alcune gare, infatti, nessuno dei dipendenti perderebbe il posto. I dipendenti sarebbero tutelati, passerebbero dalle dipendenze di un gestore a un altro e noi preferiremmo puntare sugli esperti di Asm piuttosto che su chi arriva da fuori".