Valle Versa, scuola all’aperto per battere il Covid

Il modello: meno computer, più lezioni nei parchi. Richieste da tutti i Comuni della zona

Un laboratorio all’aperto alla scuola di Canneto Pavese

Un laboratorio all’aperto alla scuola di Canneto Pavese

Santa Maria della Versa (Pavia), 17 settembre 2020 -  I record , a volte, non si fermano ai numeri: 980 iscritti, 18 plessi scolastici distribuiti in 9 comuni della Valle Versa e dintorni (da Canneto a Montù, da Sa Damiano a Rovescala oppure da Cigognola a Colli Verdi, a ridosso dell’Appennino), con una copertura per altri 7 comuni senza scuole. Dalla materna alle medie, con un modello didattico talmente convincente che si registra una crescente tendenza a scegliere queste scuole anche da parte di chi abita nei centri più grandi come Stradella o Broni. È l’istituto comprensivo Valle Versa che, a proposito di record, è già passato, con una prima (riuscita) prova (ed altre seguiranno a ruota) alla scuola all’aperto, alternativa vincente e possibile alla didattica on line. 

A scuola , insomma, anche nel parco comunale, opportunamente riadattato, di Canneto Pavese, fino all’epoca pre-covid oasi dell’enogastronomia d’eccellenza dell’Oltrepo. "È previsto come metodo - sottolinea la dirigente scolastica, Patrizia Smacchia - anche in altri comuni, considerando il forte impegno dei sindaci a valorizzare il loro territorio attraverso i servizi. E lo faremo anche più avanti a meno che non piova o nevichi". Otto scuole d’infanzia, sei primarie (una sola pluriclasse a Rovescala), 4 scuole secondarie di primo grado (le medie di una volta) e sindaci in prima linea a recuperare spazi in più dove servivano (esempio a Canneto e Montù Beccaria). 

Così una scuola con 18 sedi tutte diverse, aperte regolarmente dal 14 settembre. "Ora contiamo entro fine mese - aggiunge la dirigente della scuola - di arrivare al tempo pieno completando l’organico degli insegnanti". Grazie alle cautele adottate: ad esempio il metodo “bolla“ per le classi delle scuole d’infanzia (alunni di una classe non a contatto con gli altri), per limitare eventuali rischi di chiusura totale della scuola, ammesso che ci siano rischi per il Covid in un territorio che, neppure nel pieno della pandemia, ha registrato numeri preoccupanti, l’obiettivo prioritario è quello di impedire anche la tendenza, per ora ridotta a due soli casi, verso la cosiddetta “educazione parentale“ : scuola da casa. "Non è semplice convincere chi l’ha chiesto anche se ci stiamo lavorando - sottolinea Smacchia - sono genitori che hanno bisogno di lavorare ed hanno paura di una quarantena che li metta sul lastrico". È la nuova sfida di una scuola che è stata la prima in Lombardia, negli anni 90, a strutturarsi come comprensiva e che ha superato tante difficoltà iniziali. Insomma, si può legittimamente sperare che si possa superare questa difficoltà.