Sara e Corrado, la storia era iniziata in chat

Il corpo della 40enne trovata senza vita nel cantiere recherebbe segni che fanno pensare a una caduta. L’autopsia chiarirà il mistero

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di Umberto Zanichelli

Un cavedio profondo poco più di un metro e mezzo. Lì gli operai che stavano per riprendere i lavori nella palazzina di via Giordano hanno ritrovato il corpo di Sara LemLem Ahmed, 40 anni, olandese di origine eritrea, scomparsa da casa il 4 dicembre. La causa della morte non è chiara. Sul corpo ci sarebbero i segni di una caduta, ma non è ancora chiaro da dove. La palazzina è in fase di costruzione. Meglio: era stata realizzata la struttura esterna, poi il cantiere era stato chiuso. E da tempo quel punto, a meno di un chilometro dalla casa di Sara, era diventato rifugio di sbandati.

Cosa sia accaduto è tutto da capire. Sara era arrivata in Italia tre anni fa per stare vicino al nuovo compagno, Corrado Mannato, 49 anni. Erano andati ad abitare nella zona di via San Giacomo, vicino alla Polizia locale. La donna aveva cercato un’occupazione nonostante la scarsa dimestichezza con l’italiano. Ma la pandemia l’aveva costretta a casa, senza un reddito e probabilmente con qualche frustrazione. Forse anche per quello non erano mancati i momenti di tensione con il partner. Ma quella del 4 dicembre sembrava una discussione come tante. Lei se n’era andata di casa senza documenti, denaro né cellulare. Tutta lasciava presagire un rapido rientro e invece Sara è diventata un’ombra. Sino a mercoledì, quando è stata ritrovata senza vita. L’autopsia dirà se la morte risalga alle ore successive alla scomparsa o sia più recente. Sara Lemlem Ahmed aveva conosciuto Corrado Mannato nella primavera del 2018 su un sito belga di incontri. I due avevano chattato per settimane, prima di vedersi di persona, a luglio. "Sono sempre andato ad Anversa a incontrarla – aveva raccontato l’uomo – mai a casa sua. Mi aveva detto di vivere con un cugino egiziano e di lavorare in una ditta di logistica con la laurea in Ingegneria civile e una seconda in Scienze sociali. Altre volte veniva lei a Bruxelles". Nel gennaio 2019 l’uomo aveva scelto di rientrare in Italia e lei gli aveva rivelato di non trovarsi bene sul luogo di lavoro e aveva deciso di seguirlo. Ma non aveva documenti che, sosteneva, erano andati persi. L’approdo in Italia era stato piuttosto traumatico e la pandemia aveva fatto il resto. Sino all’inizio di dicembre, quando Sara è sparita. La polizia di Stato, che aveva raccolto la segnalazione del compagno, ha trattato il suo come un allontanamento volontario.

Nulla faceva pensare ad altro, anche se Sara si era volatilizzata, senza nemmeno essere ripresa dalle telecamere della zona. Si era ipotizzato che potesse avere lasciato la città in treno, ma nemmeno in stazione erano state trovate tracce. Una ricerca che si è protratta per due mesi. Forse lei, invece, era morta a pochi passi da casa, nello spazio che avrebbe dovuto ospitare l’ascensore della palazzina in costruzione.