Albuzzano, salumificio distrutto dall'incendio: Natale di passione per i dipendenti

Presidio per chiedere garanzie sul futuro della Gallotti

I dipendenti durante  la mobilitazione

I dipendenti durante la mobilitazione

Albuzzano (Pavia), 11 dicembre 2018 - Hanno sfidato l’odore nauseabondo che il vento faceva uscire dal salumificio Gallotti per chiedere una maggiore attenzione. I 16 dipendenti dell’azienda distrutta dalle fiamme il 31 ottobre, ieri mattina hanno tenuto un presidio.

Dal mese scorso non hanno più un lavoro e guardano con preoccupazione al futuro. Per quel disastro, infatti, è stata iscritta nel registro degli indagati l’amministratrice Maria Grazia Gallotti ed è stato chiesto il fallimento dell’azienda. Il 9 gennaio il tribunale si pronuncerà e, se il curatore fallimentare riuscirà a recuperare il fatturato di ottobre, i lavoratori potranno ottenere gli stipendi che non hanno percepito, oltre al trattamento di fine rapporto e le quattordicesime del 2017 e del 2018.

"Siamo tutti preoccupati – dice Gildo Comerci della Fisascat Cisl – i lavoratori hanno dai 45 ai 55 anni, un’età in cui è difficile ricollocarsi. Eppure tra queste persone ci sono dei separati quindi monoreddito, altri che hanno il mutuo da pagare, i figli da mandare a scuola. Solo qualcuno di loro lavoricchia, tre possono ambire alla pensione, ma 10 o 11 sono sulla strada, senza prospettive". Nella speranza di poter ottenere un’altra occupazione, i dipendenti hanno inviato al sindaco Marco Tombola il loro curriculum. "La Gallotti era l’azienda più grande della zona – aggiunge Comerci – un fiore all’occhiello. Il sindaco andava a trovarli, conosce tutti i lavoratori che ha ricevuto subito dopo il disastro. Ora vediamo se qualcosa si muoverà. Per il momento non si è fatto vivo nessuno, purtroppo neanche da parte della proprietà. È per questo che i dipendenti si sentono abbandonati e disorientati. Fino alla sera prima dell’incendio, avevano fatto gli straordinari per ultimare le consegne. Il giorno dopo non c’era più nulla". Che qualcosa non andasse bene, però, lo sapevano sia i dipendenti sia i sindacati che avevano aperto un tavolo di confronto per venir fuori dalle paludi. "Il giovedì prima dell’incendio – sottolinea Gildo Comerci – la proprietà ci aveva detto d’aver pagato gli stipendi, che invece non erano arrivati. Il mercoledì dopo c’erano solo ceneri. Questi lavoratori non vedono soldi dal mese d’agosto, anche se continuavano a lavorare".