Debora Roversi acclamata al termine della giornata di confronto

di Manuela Marziani Azzerare le diseguaglianze e puntare sui diritti di tutti, dei giovani che cercano lavoro, delle famiglie, dei pensionati. La segretaria generale della Cgil provinciale di Pavia, Debora Roversi, ha puntato su questi temi nella relazione pronunciata al congresso del sindacato che conta circa 8.400 iscritti e che si è concluso con la sua riconferma. Una riconferma sinonimo di molto lavoro da fare in una provincia che ha il secondo peggiore dato in Lombardia per quanto riguarda l’occupazione e il peggiore per l’occupazione femminile e le retribuzioni, dato sintomatico di una precarizzazione e di una involuzione del mercato del lavoro. "il dato sull’utilizzo del reddito di cittadinanza è il più alto di tutta la regione" ha detto Roversi. E la provincia si sta progressivamente spopolando e invecchiando, con sempre meno nuovi nati e un esodo di giovani. "La provincia di Pavia – ha aggiunto la segretaria – è la prima in Lombardia per giovani che non studiano e non lavorano. Siamo fanalino di coda per la povertà educativa e in base alla classifica stilata dal Sole 24 ore sulla qualità della vita siamo all’ultimo posto in Lombardia". Occorre una cura. "Occorre rivedere il modello sanitario – ha proseguito Roversi –; la cura dell’ambiente in un modello di sviluppo sostenibile che valorizzi l’industria, ma anche un turismo che sappia valorizzare le eccellenze enogastronomiche e culturali della provincia e la sua attitudine agricola; un sistema viabilistico e di trasporto funzionale alle necessità e alle esigenze di riduzione delle emissioni inquinanti, una revisione degli spazi delle città e il recupero delle aree periferiche eo dismesse con politiche abitative in grado di dare risposte al bisogno sociale". Il modello di cura delle persone elaborato punta su ricerca e innovazione, perché sono più di 3.800 i ricercatori e docenti, e circa 14mila gli studenti di area medico-scientifico-tecnologica, concentrati in poco più di un chilometro quadrato, nel cosiddetto Distretto delle scienze. "In questa prospettiva – ha proseguito la segretaria –, è importante che agli attori della ricerca si aggiunga un robusto contributo di imprese e start-up ad alto contenuto innovativo. Il tessuto industriale pavese è carente, come spesso ci ricorda la Fiom, degli investimenti necessari alla sua ripresa". Per il rilancio dell’economia, "serve sinergia tra agricoltura, bioedilizia e architettura per creare prospettive dal punto di vista sociale e della sostenibilità ambientale – ha detto ancora Roversi – che favoriscano l’agricoltura e l’industria virtuosa considerando i campi come luogo di produzione non solo di beni da consumo alimentare, ma anche di materie prime destinate ad altri utilizzi in un reale modello di economia circolare".

Cronaca

di Manuela Marziani
Azzerare le diseguaglianze e puntare sui diritti di tutti, dei giovani che cercano lavoro, delle famiglie, dei pensionati. La segretaria generale della Cgil provinciale di Pavia, Debora Roversi, ha puntato su questi temi nella relazione pronunciata al congresso del sindacato che conta circa 8.400 iscritti e che si è concluso con la sua riconferma.
Una riconferma sinonimo di molto lavoro da fare in una provincia che ha il secondo peggiore dato in Lombardia per quanto riguarda l’occupazione e il peggiore per l’occupazione femminile e le retribuzioni, dato sintomatico di una precarizzazione e di una involuzione del mercato del lavoro. "il dato sull’utilizzo del reddito di cittadinanza è il più alto di tutta la regione" ha detto Roversi. E la provincia si sta progressivamente spopolando e invecchiando, con sempre meno nuovi nati e un esodo di giovani. "La provincia di Pavia – ha aggiunto la segretaria – è la prima in Lombardia per giovani che non studiano e non lavorano. Siamo fanalino di coda per la povertà educativa e in base alla classifica stilata dal Sole 24 ore sulla qualità della vita siamo all’ultimo posto in Lombardia".
Occorre una cura. "Occorre rivedere il modello sanitario – ha proseguito Roversi –; la cura dell’ambiente in un modello di sviluppo sostenibile che valorizzi l’industria, ma anche un turismo che sappia valorizzare le eccellenze enogastronomiche e culturali della provincia e la sua attitudine agricola; un sistema viabilistico e di trasporto funzionale alle necessità e alle esigenze di riduzione delle emissioni inquinanti, una revisione degli spazi delle città e il recupero delle aree periferiche eo dismesse con politiche abitative in grado di dare risposte al bisogno sociale".
Il modello di cura delle persone elaborato punta su ricerca e innovazione, perché sono più di 3.800 i ricercatori e docenti, e circa 14mila gli studenti di area medico-scientifico-tecnologica, concentrati in poco più di un chilometro quadrato, nel cosiddetto Distretto delle scienze. "In questa prospettiva – ha proseguito la segretaria –, è importante che agli attori della ricerca si aggiunga un robusto contributo di imprese e start-up ad alto contenuto innovativo. Il tessuto industriale pavese è carente, come spesso ci ricorda la Fiom, degli investimenti necessari alla sua ripresa".
Per il rilancio dell’economia, "serve sinergia tra agricoltura, bioedilizia e architettura per creare prospettive dal punto di vista sociale e della sostenibilità ambientale – ha detto ancora Roversi – che favoriscano l’agricoltura e l’industria virtuosa considerando i campi come luogo di produzione non solo di beni da consumo alimentare, ma anche di materie prime destinate ad altri utilizzi in un reale modello di economia circolare".

Roversi resta al timone  "Si punti sui giovani"    

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