Ricatto agli indagati del vino falso Cinque anni all’ex cancelliera

Insieme a due coimputati condannati dal Tribunale aveva cercato di approfittare dello scandalo in Oltrepo

L'ingresso della cantina Terre d’Oltrepo di Broni

L'ingresso della cantina Terre d’Oltrepo di Broni

 

L’ex cancelliera del tribunale di Pavia Maria Caiazzo è stata condannata a 5 anni di reclusione per l’accusa di aver partecipato a un ricatto ad alcuni indagati dell’inchiesta sulla frode del vino alla cantina Terre d’Oltrepo. Con lei, sono stati condannati l’ex maresciallo Federico Piatesi a 5 anni e mezzo e Raffaele Maldarelli a due anni. Insieme ai tre coinvolti condannati ieri, era imputato nello stesso processo anche Enzo Ventura, ma la sua posizione era stata stralciata a causa di problemi di salute, dunque sarà giudicato in separata sede. In precedenza un quinto coinvolto, Marco Gatti, già impiegato della Sovrintendenza di Milano, aveva scelto di essere processato con rito abbreviato: il Gup di Pavia lo aveva condannato a quattro anni di reclusione.

Secondo le accuse, il gruppo nel 2016 avrebbe chiesto denaro a quattro indagati nell’ambito del caso sul vino oltrepadano taroccato. Millantando conoscenze, avrebbero promesso in cambio dei soldi di procurar loro favori nel corso dell’iter giudiziario. Ma gli indagati non avevano accettato e anzi avevano denunciato la situazione alle forze dell’ordine, così il gruppo era finito nei guai.

Caiazzo era accusata dei reati di induzione indebita a dare o promettere utilità, di rivelazione di segreto d’ufficio e anche di corruzione. Ma per quest’ultimo capo d’imputazione è stata assolta. Luca Angeleri e Marco Casali, i suoi legali, si riservano di leggere le motivazioni della sentenza per valutare un eventuale ricorso in Appello.

Nicoletta Pisanu