Covid, al San Matteo di Pavia reparti sempre più pieni

Nel Pavese in venti giorni le classi di studenti in quarantena sono raddoppiate, passando da 24 a 48

La terapia intensiva al Policlinico San Matteo

La terapia intensiva al Policlinico San Matteo

Pavia - Continuano ad aumentare i pazienti ricoverati al San Matteo. Ieri, sulla base dei dati riferiti a giovedì, risultavano 97 pazienti, tre in più rispetto al giorno precedente. In aumento pure la terapia intensiva dove giovedì si trovavano 27 persone diventate 30 in 24 ore. Un piccolo incremento (da 10 a 11) è stato registrato anche da coloro che hanno bisogno di un’assistenza respiratoria, mentre sono diminuiti da 57 a 56 i pazienti in degenza ordinaria. In una giornata sono stati 10 i nuovi ricoveri e 7 le dimissioni. "Ho parlato con il professor Raffaele Bruno - ha riferito in Consiglio comunale il sindaco Fabrizio Fracassi - e mi ha detto che di nuovo al San Matteo si stanno organizzando i posti letto". 

"Abbiamo avuto dei pazienti arrivati da Brescia che è in difficoltà, ma anche nei paesi della provincia, più che a Pavia città, stanno tristemente aumentando i casi di positività". Sono 220 i contagi registrati in tutta la provincia. E molti casi riguardano i più giovani. In 20 giorni, infatti, le classi in quarantena sono raddoppiate passando da 24 del 6 febbraio a 48 per un totale di 1.145 ragazzi di ogni ordine e grado. Tra le classi bloccate dal virus, infatti, ce n’è una composta da 20 piccoli che frequentano la scuola dell’infanzia (più due operatori), 19 delle primarie (in totale 427 alunni e nove operatori), 20 delle scuole superiori di primo grado (537 e quattro operatori) e 8 delle superiori con 161 studenti che devono stare isolati. 

Numeri che hanno indotto il segretario provinciale della Cisl Elena Maga a chiedere ancora una volta che il personale della scuola venga vaccinato insieme agli studenti delle ultime classi delle superiori, che hanno l’età per ricevere il vaccino. "La scuola in presenza è fondamentale - ha detto la sindacalista -, ma è anche importante che vanga garantita la sicurezza. Considerando che la variante inglese sembra colpire di più i giovani, perché non vaccinare gli insegnanti e il personale della scuola prioritariamente?" Altre regioni hanno già vaccinato o stanno vaccinando gli insegnanti e il personale Ata, mentre la Lombardia dopo i sanitari e gli anziani sta vaccinando le forze dell’ordine che hanno contatti con diverse persone. "Speriamo che l’Ufficio scolastico territoriale faccia finalmente sentire la propria voce - ha aggiunto Maga - perché purtroppo i contagi sembrano destinati ad aumentare. Da parte nostra continueremo a chiedere un piano vaccinale specifico per il personale della scuola".