Gli psicologi: "Anche noi nei reparti Covid a contatto con il virus"

Pavia, il presidente di Soleterre Rizzi critico nei confronti delle affermazioni del presidente Draghi

Damiano Rizzi, presidente Soleterre

Damiano Rizzi, presidente Soleterre

Pavia, 10 aprile 2021 – “Siamo in prima linea da un anno, aiutiamo migliaia di persone in difficoltà senza che il ministero della salute abbia stanziato un euro e veniamo criticati perché siamo stati vaccinati”. Damiano Rizzi, presidente di Soleterre non condivide affatto quanto affermato dal presidente del Consiglio Mario Draghi nell'ultima conferenza stampa quando ha inserito tra i ‘furbetti del vaccino’ e chi 'salta la fila' anche gli psicologi.

“Anche gli psicologi sono presenti nei reparti Covid – ha sottolineato Rizzi –. Noi normalmente lavoriamo in oncologia pediatrica, ma da quando è iniziata l’emergenza abbiamo creato un team di 10 persone attive nei reparti di pronto soccorso, malattie infettive e dove ci chiedevano aiuto. Da marzo dello scorso anno sosteniamo il personale sanitario e diamo conforto ai parenti delle persone decedute facendo da ponte tra i familiari che non possono stare accanto ai loro congiunti e il personale sanitario con le sue angosce e frustrazioni”.

Un lavoro che, con il protrarsi dell’emergenza, è continuato e si è trasferito anche fuori dall’ospedale dove molte persone vivono un profondo malessere per la paura di ammalarsi, di contagiare i propri familiari o per la perdita del lavoro. “Una delle conseguenze più pesanti di questa pandemia – ha aggiunto Rizzi - è la crisi psicologica che diverse fasce della popolazione vivono”.

Gli psicologi di Soleterre in un anno di emergenza Covid hanno effettuato 2.833 colloqui individuali ed eseguito 148 test psicologici dai quali è emerso un quadro preoccupante. “Le istituzioni non possono far finta di nulla – ha concluso Damiano Rizzi -. L’emergenza non può essere guardata con un occhio parziale, prendendo decisioni solo sulla base del numero dei ricoverati e dei morti. Il Covid 19 ancora prima di essere una pandemia è una sindemia, dove la componente psicologica è centrale”.