Prostituta violentata: 40enne condannato a cinque anni

Pavia, con un coltello la costrinse ad un rapporto non protetto

Violenza contro le donne

Violenza contro le donne

Pavia, 26 novembre 2017 - "Prova a gridare adesso, ti ammazzo, ora spogliati". E poi l’ha stuprata, minacciandola per tutto il tempo con un coltello. Un quarantenne di Vigevano, è stato condannato dal giudice del tribunale di Pavia a cinque anni e tre mesi di reclusione per violenza sessuale aggravata, minacce e lesioni aggravate nei confronti di una cittadina polacca di 44 anni. Il giudice ha inoltre disposto un risarcimento da 20mila euro alla vittima, oltre 5mila euro di spese di costituzione di parte civile. Nella notte tra il 23 e il 24 febbraio 2015, la donna si stava prostituendo lungo la Strada provinciale 494 a Vigevano.

L'uomo a bordo della sua auto si era avvicinato e i due avevano concordato una prestazione da sessanta euro con l’uso del preservativo. "Mi sembrava una persona normale, tranquilla", ha spiegato la donna agli inquirenti come si legge negli atti. Tuttavia, una volta arrivati a casa della donna, il quarantenne aveva atteso che lei si recasse in bagno per prendere dalla cucina un lungo coltello. Nonostante gli accordi, lui non voleva utilizzare precauzioni, lei si è rifiutata di avere un rapporto non protetto e l’aveva invitato ad andarsene. A quel punto lui l’aveva minacciata col coltello tenendola per i capelli, poi violentata sul letto. Terminato il rapporto, la donna aveva approfittato di un momento di distrazione per cercare di scappare, ma il quarantenne l’aveva afferrata per i capelli e picchiata, cercando anche di strangolarla con la sua maglietta. Al Pronto soccorso le erano state refertate «contusioni multiple, segni di ecchimosi nell’interno coscia destro, cefalea, deficit visivo ed emorragia», con una prognosi di dieci giorni. A salvare la vittima, i vicini di casa che avevano sentito le sue urla. La donna poi aveva sporto denuncia ai carabinieri. Così l'uomo venne individuato ed è finito a processo. Agli inquirenti, la donna aveva raccontato che nei giorni successivi alla violenza subita «avevo paura a uscire di casa».