Vigevano, il ponte sul Ticino è unito: ci sono voluti quattro anni

Vigevano, 23 metri erano rimasti in sospeso per ritardi e fallimenti a catena

La gettata di cemento degli operai della ditta Pangea di Pescara

La gettata di cemento degli operai della ditta Pangea di Pescara

Vigevano (Pavia) - Sono passati più di quattro anni, ma finalmente i due tronconi del nuovo ponte sul Ticino sono stati uniti. Erano i 23 metri rimasti in sospeso dal gennaio del 2019 quando i lavori erano stati interrotti. Nel rispetto di quello che era il cronoprogramma messo a punto dalla Pangea di Pescara la ditta che si sta occupando degli interventi l’intervento è stato completato nei tempi previsti. Una buona notizia nel mezzo di una storia tipicamente italiana, fatta di ritardi, fallimenti in successione delle aziende impegnate, che ha rischiato di lasciare incompiuto il viadotto che Vigevano e la Lomellina attendono da almeno cinque decenni e che sarà il primo passo dell’apertura del territorio verso il Milanese.

Cinque betoniere hanno portato il calcestruzzo necessario a congiungere i due tronconi cancellando quello spazio che di fatto bloccava l’opera. Invece Pangea, nonostante l’emergenza sanitaria, l’impennata dei prezzi e il conflitto Russia-Ucraina, è comunque riuscita a mantenere l’impegno lavorando, con la sola eccezione di qualche giorno intorno al Ferragosto, senza soluzione di continuità. Il ponte insomma è in dirittura d’arrivo: adesso si procederà all’asfaltatura, alla sistemazione dei guard-rail e alla verniciatura terminati i quali il ponte sarà completato. Resta la necessità di completare poi le opere di viabilità di accesso al viadotto e, elemento fondamentale, la strada che conduce a Malpensa. Proprio la superstrada sarà l’opera che renderà fondamentale la presenza del nuovo viadotto, facendo in modo che il flusso del traffico verso il capoluogo regionale sia molto più rapido di oggi. Il problema principale riguarda il superamento di Abbiategrasso, dove semafori e rotatorie rallentano la circolazione mentre la superstrada si ricollegherebbe direttamente alla rete delle tangenziali milanesi. Una volta completato il nuovo viadotto quello esistente, che al momento è diviso tra traffico veicolare e traffico ferroviario potrà essere riconvertito a ciclo-pedonale e ospitare la parte di competenza del raddoppio della linea, un altro passaggio fondamentale.