Poco qualificati con contratti precari L’identikit tra gli annunci economici

Il Rapporto sull’occupazione elaborato dalla facoltà di Scienze politiche dell’Università di Pavia. Su 13mila posizioni offerte, meno della metà prevedeva una collocazione a tempo indeterminato

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di Manuela Marziani

Addetti alle spedizioni, pulizia o magazzinieri, professioni tecniche e agenti di commercio.

Analizzando gli annunci di lavoro, sono queste le figure professionali più richieste dalle imprese che operano in provincia. In termini assoluti, la maggior parte delle richieste riguarda lavoratori scarsamente qualificati ai quali vengono offerti contratti a tempo determinato.

I dati emergono dal Rapporto sul mercato del lavoro della provincia di Pavia elaborato dalla facoltà di Scienze politiche dell’Università e presentato ieri pomeriggio nel corso di un incontro organizzato per discutere una strategia per il rafforzamento dei Centri per l’impiego.

"Abbiamo finanziato il rapporto – ha commentato l’ex presidente della Provincia Vittorio Poma, che ha voluto il lavoro – perché mai come in questi ultimi anni abbiamo bisogno di orientare le politiche occupazionali verso obiettivi sicuri".

Obiettivi sicuri in un momento difficile come il 2020, in cui il numero delle imprese attive nella provincia si è ridotto dello 0,6%. E anche l’occupazione ha subito un contraccolpo, come i nuovi contratti di lavoro diminuiti del 12,2% rispetto al 2019 e le esportazioni della provincia calate del 21% nel 2020 rispetto all’anno precedente.

Nel 2021 in provincia risultavano 41.248 imprese, in leggero aumento rispetto all’anno precedente anche se è dal 2016 che si registra un calo quasi costante.

Rispetto alla media regionale, il territorio mostra una vocazione per il manifatturiero, generando il 22% della produzione regionale e contando per il 9% delle imprese. Le aziende tessili e calzaturiere rappresentano il 14%.

Nel periodo 2016-2019 la provincia di Pavia ha visto crescere il numero degli occupati arrivando fino a 254.464 per poi calare a 229.751 nel 2020, il 9,71% in meno rispetto all’anno precedente.

Il 18% della forza lavoro ha una laurea a fronte di una media regionale del 17.6%, anche se la quota di giovani dai 16 ai 29 anni è la più bassa della regione.

Il 36,53 degli over 50 ha un lavoro, come il 25,65% di chi ha dai 40 ai 49 anni, il 18,24 dei trentenni e il 19,58 dei più piccoli.

Da novembre 2020 a ottobre 2021 sono stati pubblicati quasi 13.000 annunci di lavori, di cui meno del 50% sono contratti permanenti. Le professioni più richieste sono quelle tecniche (22,91%) quindi ingegneri gestionali, informatici e tecnici meccanici. Seguono le professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi (15,68%), artigiani, operai specializzati e agricoltori (13,91%), le professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione (12,75%) e in fondo le forze armate (0,21%). Rispetto ai non laureati (6,3%) un quarto degli occupati residenti in provincia lavora fuori dai confini perché chi ha una laurea ha una maggiore propensione a spostarsi pur di svolgere il lavoro per cui ha studiato.