"Più che una brutta sorpresa Questa è una mazzata enorme"

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"Più che una brutta sorpresa, una mazzata enorme". Era il commento più diffuso, ieri a Broni, dopo la notizia dell’inchiesta della magistratura pavese su presunte irregolarità nella bonifica Fibronit. Sotto la lente il secondo lotto di intervento, avviato con l’appalto del 2014 e concluso nel febbraio 2021. L’area totalmente ripulita – si diceva – al punto che diverse parti furono colorate di azzurro a voler significare nuova vita. E già si pensava e parlava del terzo e ultimo lotto (il progetto, nel complesso, era iniziato nel 2007): 17 milioni già stanziati per far sparire, demolendolo, il “mostro“, ovvero la fabbrica dove si lavorava l’amianto fino a che non è stato messo fuori legge e a causa del quale si contano almeno 700 morti stroncati dal mesotelioma.

Sulla clamorosa inchiesta interviene il sindaco di Broni, Antonio Riviezzi: "In primis desidero rinnovare la più totale fiducia nelle attività della Procura. L’auspicio è che non emergano profili di illegalità, ma qualora le ipotesi di reato dovessero trovare riscontro nell’azione investigativa degli inquirenti, l’Amministrazione comunale, in quanto rappresentante della cittadinanza, sarebbe certamente la prima parte lesa di questa vicenda. Rimango a completa disposizione dell’autorità giudiziaria per ogni necessità, nel caso in cui fosse utile un mio contributo".

Tra le ipotesi di reato contestate risulterebbero anche violazioni delle misure di prevenzione e protezione dai rischi connessi all’esposizione proprio all’amianto. "Fatti che, se confermati, risulterebbero gravissimi – aggiunge Riviezzi – considerata la storia di Broni e il suo rapporto con il tema dell’amianto." P.R.